Il regista Gil Rossellini, figlio del grande Roberto e dell'indiana Sonali Dasgupta, è morto stanotte a Roma dopo una lunga malattia. Rossellini avrebbe compiuto 52 anni il 23 ottobre. Filmaker e produttore tra i più originali della sua generazione, fa conoscere la sua straordinaria figura di uomo e di artista nel 2006, quando agli Orizzonti veneziani presenta Kill Gil (Vol.1), un diario commovente e vitalistico sulla malasorte di un individuo (se stesso) che, costretto da una grave malattia a una sedia a rotelle, conserva tenace il proprio attaccamento alla vita. Nel 2004 Rossellini era stato colpito da una rarissima infezione da stafilococco che lo aveva ridotto in coma. Risvegliatosi dopo tre settimane, aveva iniziato una dura battaglia per la riabilitazione. Il regista, che non avrebbe mai più riacquistato la mobilità, non perse tuttavia il suo ottimismo. Kill Gil doveva essere, nelle intenzioni di Rossellini, una trilogia che si sarebbe conclusa con il pieno recupero delle gambe. Ecco perché, con disincantata ironia, il terzo capitolo del progetto che verrà presentato al prossimo Festival di Roma (dove Gil era atteso) si chiamerà Kill Gil (Vol. 2 e ½): Rossellini era ormai consapevole che la battaglia con la propria sedia a rotelle era persa, ma non per questo si era arreso o aveva smarrito la sua fiducia nella vita: "Farò Kill Gil 3 - aveva dichiarato qualche tempo fa - solo se torno a camminare, cosa che per lo stato attuale della medicina è assolutamente impossibile. Certo, rimane la mia speranza in un miracolo, ma sopratutto la voglia di vivere questa condizione nel modo migliore possibile". Il suo desiderio purtroppo non è stato esaudito. Da fissare ancora la data dei suoi funerali, "sarà decisa quando riuscirò a riunire i fratelli sparsi per il mondo", ha detto il fratello Renzo. Oltre a lui, i fratelli di Gil sono Isabella, la sua gemella Isotta e Robertino.