È morto Gianni Cavina. L'attore bolognese aveva 81 anni ed era da tempo malato.

Formatosi in teatro sotto la direzione di Franco Parenti, Cavina debutta sul grande schermo nel 1968 con Pupi Avati nell'opera prima del regista, Balsamus, l'uomo di Satana. Il sodalizio tra i due prosegue con film che Cavina interprete e contribuisce a scrivere in sede di sceneggiatura: La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975), Bordella (1976), il cult La casa dalle finestre che ridono (1976), Tutti defunti... tranne i morti (1977), Le strelle nel fosso (1978), le miniserie televisive Jazz band (1978) e Cinema!!! (1979).

La collaborazione con Avati attraversa tutta la carriera di Cavina: oltre a Noi tre (1984), La via degli angeli (1999, che gli vale le nomination a Nastro d'Argento e Globo d'Oro) e agli ultimi Gli amici del bar Margherita (2009), Una sconfinata giovinezza (2010), Il cuore grande delle ragazze (2011), Il signor Diavolo (2019), l'attore ottiene uno dei massimi esiti della carriera interpretando uno dei giocatori del capolavoro del regista, Regalo di Natale (1986), ruolo che riprende nel sequel La rivincita di Natale (2004). Vince il Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista grazie a Festival (1996). Uscirà postumo Dante, il nuovo film del regista bolognese in cui Cavina sarà il notaio Pietro Giardino.

Gianni Cavina in L'ispettore Sarti (Webphoto)

Non solo Avati: nel 1978 Cavina recita uno dei suoi rari ruoli da protagonista in Atsalut pader di Paolo Cavara e partecipa a film come L'ingorgo - Una storia impossibile di Luigi Comencini (1979), Il turno di Tonino Cervi (1980), La locandiera di Paolo Cavara (1980), Cornetti alla crema di Sergio Martino (1981).

Negli anni Ottanta appare in molti varietà televisivi (Che combinazione, Le regine, Hamburger Serenade) e partecipa a vari sceneggiati come L'usura (1981), La bella Otero (1984), L'albero dei diamanti (1984), Casa di bambola (1986), Facciaffittasi (1987). Protagonista nella serie L'ispettore Sarti, che interpreta per due stagioni tra il 1991 e il 1994 e, tra il 2012 e il 2015, ritrova il successo grazie alla partecipazione in Una grande famiglia diretto da Riccardo Milani, regista che lo dirige anche nella fiction Atelier Fontana (2011) e nel film Benvenuto presidente! (2013).

Tra i suoi altri film, Porzus di Renzo Martinelli (1997), Il più lungo giorno di Roberto Riviello (1998, in cui è Dino Campana), Sole negli occhi di Andrea Porporati (2002), Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio (2006, è il regista Smamma, che si finge morto per vincere un "David di Michelangelo").