E' morto nella sua casa di Venice in California l'attore e regista 74enne Dennis Hopper. Era da tempo ammalato di cancro alla prostata. Simbolo della generazione hippy americana, Hopper si era fatto strada nel cinema accanto a James Dean in Gioventù bruciata (1955) e ne Il Gigante (1956). Ma il suo capolavoro resta Easy Rider (1969) che vede Hopper nel doppio ruolo di regista e attore accanto a Peter Fonda e a Jack Nicholson.
Nato a Dodge City (Kansas) il 17 maggo '36, presto con i genitori Jay e Marjorie Hopper si trasferisce a San Diego dove prende il diploma liceale. Si laurea alla Helix High School di La Mesa in California nel 1954, guadagnandosi il riconoscimento di "migliore giovane promessa".
Sin da giovanissimo dimostra un notevole interesse per la recitazione e per il mondo dello spettacolo in generale, partecipando ad alcune serie televisive degli anni '50 tra cui Medic (1954), Cheyenne (1955) e Sugarfoot (1957). Ben presto si aggiudica il suo primo piccolo ruolo cinematografico in Johnny Guitar (1954, di Nicholas Ray). Con il successivo Gioventù bruciata (1955), dello stesso Ray, ha la possibilità di incontrare sul set James Dean e di stringere con lui un'amicizia che durerà fino alla violenta morte di quest'ultimo in un incidente stradale, evento che scosse molto il giovane Hopper. Durante il periodo in cui i due lavorano insieme, Dean gli trasmette la passione per la fotografia, incoraggiandolo a coltivarla accanto alla professione di attore. Dopo la realizzazione dell'ultimo film con James Dean, Il Gigante (1956, di George Stevens) e dopo aver lasciato la Warner Bros. con cui era sotto contratto, si trasferisce a New York e inizia a frequentare l'Actor's Studio. Continua ad interpretare ruoli secondari in film per lo più di genere western e ben presto si distinguer per il suo talento non convenzionale che lo farà considerare da molti come uno dei veri 'enfant terribles' di Hollywood. Crea una sorta di società con l'attore Peter Fonda e lo scrittore Terry Sourthen, con i quali si impegna a scrivere e a trovare i finanziamenti per il soggetto di un 'road movie' in controtendenza rispetto alla cinematografia hollywoodiana. Così, nel 1969, dopo esser riuscito a raccogliere 400 mila dollari, si cimenta nella regia del film low-budget Easy Rider, interpretato dallo stesso regista, da Fonda e da un giovanissimo Jack Nicholson. Il film, inizialmente rifiutato dal produttore Roger Corman, diventa il road movie della controcultura americana, riscuotendo un inaspettato e straordinario successo al botteghino, per le tematiche trattate, inneggianti alla libertà e in sintonia con il giovanile e nascente sentimento anti-istituzionale. Il successo arriva anche dalla critica: premiato al Festival di Cannes come Miglior Opera Prima, si aggiudica ben due nomination all'Oscar. Tuttavia, la sua predisposizione all'abuso di sostanze legali e illegali e il fallimento della sua seconda regia, Fuga da Hollywood (1971), segnano profondamente i successivi dieci anni della sua carriera.
I problemi con i produttori gli causano un disastro finanziario, il film finisce per essere snobbato dalla critica e lui si vede costretto a tentare nuovamente con la carriera di attore: appare in qualche produzione europea ma soprattutto partecipa al film L'amico americano (1977) di Wim Wenders, che vede nella sua personalità eccentrica, l'unione tra genio e sregolatezza di cui ha bisogno. La memorabile prova data in Apocalypse Now (1979, Francis Ford Coppola) e il successo riscosso con la regia di Out of the Blue (1980) - in cui è anche attore e che gli vale la candidatura alla Palma d'Oro al Festival di Cannes - rinvigoriscono il suo talento, anche in vista del programma di riabilitazione a cui decide di sottoporsi per uscire dai suoi problemi con la droga . Agli inizi degli anni '80, quindi, ad Hollywood rinasce l'interesse nei suoi confronti e l'attore torna alla ribalta con numerose interpretazioni memorabili. Viene chiamato da David Linch a far parte del cast di Velluto Blu (1986), nel ruolo dello psicopatico criminale, in cui sfodera un eccezionale talento e per il quale riceve la nomination al Golden Globe per miglior attore non protagonista nel 1987. Nello stesso anno riceve la nomination all'Oscar e al Golden Globe come miglior attore non protagonista per Colpo vincente (1986). Per tutti gli anni '90 continua in modo prolifico a recitare in numerosi film, cimentandosi anche nel suo ultimo lungometraggio da regista Una bionda sotto scorta (1994). Dal duemila comincia ad affiancare all'attività cinematografica quella televisiva, con apparizioni in qualche serie tv d'oltreoceano. Anche la sua vita privata è stata turbolenta. Si è sposato cinque volte (tra cui il matrimonio lampo con l'attrice Michelle Phillips, sposata nel 1970, che è durato solo 8 giorni) e ha avuto quattro figli, l'ultima dei quali, Galen Grier, è nata nel 2003 dall'unione con l'attrice Victoria Duffy. Nel 1997, l'Empire Magazine lo ha inserito nella lista delle 100 star più importanti di Hollywood. Oltre alle sue capacità nell'ambito cinematografico, è noto anche il suo talento come fotografo e pittore e le sue opere si possono ammirare in gallerie d'arte sia in America che in Europa. Nel 2002 si ammala di cancro e tra la fine del 2009 e i primi del 2010 viene più volte ricoverato d'urgenza, a causa di aggravamenti, presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles. Ieri la fine della sua lunga agonia.