L'attrice scozzese Deborah Kerr, da tempo malata di Parkinson, è morta ieri all'età di 86 anni nella contea inglese del Suffolk. Nominata sei volte all'Oscar come miglior attrice protagonista, Deborah Kerr non è mai riuscita a vincere l'ambita statuetta (stesso, curioso record detenuto dalla collega Thelma Ritter). Debuttò al cinema nel 1941 ma la notorietà (e la prima nomination) arrivò solo sette anni più tardi, con Edoardo, mio figlio di George Cukor. Fu compagna di set di mostri sacri come Peter Ustinov (in Quo Vadis) e Marlon Brando (in Giulio Cesare), ma l'interpretazione che la rese celebre fu quella in Da qui all'eternità (1953), dove lo "scandaloso" bacio con Burt Lancaster la portò alla ribalta (e ad un'altra nomination all'Oscar). L'ultima candidatura fu per I nomadi nel 1960, decennio che comunque le regalò altre soddisfazioni, tra le quali un ruolo da "bond girl" nella parodia Casinò Royale del '67. Del 1986 è l'ultima interpretazione, in un film per la Tv, mentre nel 1996 le venne consegnato il meritato Oscar alla Carriera e nel 1998 il titolo di Commander of the British Empire.