“I festival online sono una ricchezza: superano i confini territoriali e sono un volano per la sala cinematografica”. Lo dice Gianluca Guzzo, amministratore delegato e co-fondatore di Mymovies, importante sito di cinema che dal 2010 ha anche una piattaforma streaming pensata per simulare l’esperienza della sala e ora pure i festival: un centinaio dall’inizio della pandemia, tra questi anche Tertio Millennio Film Festival della Fondazione Ente dello Spettacolo.

“L’anno scorso è arrivato il lockdown e ci ha preso in contropiede - racconta -. Abbiamo lasciato le sale cinematografiche piene, pensiamo al successo di film come Joker o di Parasite. Poi è arrivata la pandemia e abbiamo realizzato che tanti utenti erano senza più un riferimento. Avevano comunque voglia di cinema, allora abbiamo costruito un legame con questo pubblico rimasto orfano della sala. All’inizio abbiamo inserito dei film gratuiti, pensavamo che durasse per poco e che dovevamo tenere duro al massimo per otto settimane. Tante case di distribuzione come la Tucker Film, I Wonder Pictures, la Bim, e anche la Cineteca di Bologna, ci davano i loro film. Poi abbiamo capito che la cosa sarebbe durata a lungo e che un semplice spostamento di data non sarebbe bastato e abbiamo deciso di fare i festival online”.

Il primo è stato il Biografilm Festival, totalmente gratuito, e ha avuto tantissimo successo di pubblico con 50.000 prenotazioni. Poi c’è stato il Far East Festival, che è stato il primo a pagamento: con 9 euro e 90 centesimi avevi accesso a tutta la library. Sono stati venduti abbonamenti per un valore complessivo di 50mila euro. Anche il Cinema Ritrovato di Bologna ha avuto tantissimo successo.

“Insomma, il pubblico forse era pronto per questo tipo di visione”, commenta Guzzo, che ha alle spalle un percorso come danzatore classico a Parigi e ha studiato ingegneria informatica al Politecnico di Milano. “Più o meno il 50% dei festival è stato a pagamento, l’altro 50% gratuito”, prosegue, sottolineando poi l’importanza del legame con il territorio: “I festival sul territorio colgono l’interesse di circa il 20% degli utenti della zona. L’80% dei fruitori del festival è fuori, quindi speriamo che, quando torneremo in presenza, i numeri raddoppieranno”.

Per ora i dati dicono che in ordine di visione al primo posto ci sono Milano e la Lombardia. Al Sud invece c’è meno partecipazione. “In realtà al Sud abbiamo fatto meno festival online. Ma quando ci sono stati eventi come il Gala di Danza, trasmesso in streaming on demand, che ha visto protagonista il Balletto del Teatro di San Carlo e tanti pregevoli ballerini solisti, Napoli era al terzo posto per visualizzazioni”.

Insomma per Guzzo molto dipende dal territorio, che promuove e si adopera nell’organizzare questi festival, seguiti soprattutto da giovani.

“Tanti di questi film non usciranno mai in sala e saranno visibili solo in streaming- spiega-. Da giugno a gennaio ci sono state oltre 400mila ore di visione, 380mila presenze e infine un incasso importante di poco meno di 500mila euro. I festival, quando riprenderanno a pieno regime, potranno essere parallelamente ospitati sulla piattaforma. E’ una grande ricchezza che non si perderà”.

E poi: “Ogni tanto si apre il dibattito tra online e dal vivo: è chiaro che la presenza è fondamentale e insostituibile, perché va a prendere sul territorio la linfa per poi trasferirla sul digitale. Ogni festival costruisce un’utenza per il festival successivo, lasciando un filo conduttore. Per esempio l’utente di Torino vede il cinema indipendente e di qualità al Torino Film Festival, però poi non deve aspettare un anno per rivederlo, può continuare questo percorso guardando altri film fuori dal proprio territorio. Sono convinto che questa sia una ricchezza enorme alla quale non dobbiamo rinunciare”.

Ma quando riapriranno le sale, il pubblico andrà al cinema? “Tutti i festival di cinema online sono il modo migliore per far ritornare poi la gente in sala. Non abbiamo abbandonato gli utenti a se stessi e al supermercato dell’audiovisivo e questo è un grande valore per le sale cinematografiche. Sono convinto che anche il pubblico dei festival aumenterà: basta pensare che molti festival hanno incassato più online che in presenza rispetto all’anno scorso. Quest’anno abbiamo scoperto il valore dei piccoli festival online e torneranno in presenza con sale cinematografiche piene. Insomma, i festival non hanno abbandonato la loro mission, ma l’hanno rafforzata grazie all’arrivo di altro pubblico”.

Infine conclude speranzoso: “Mi immagino un festival in presenza e con una grande presenza online”.