Si è chiuso ieri a Milano il 18° Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina, il più importante appuntamento in Italia dedicato alla produzione cinematografica del Sud del mondo. La giuria, composta dall'attore Danny Glover, da Teresa Cavina (Direttrice artistica Festa del Cinema di Roma) e dallo scrittore Tahar Ben Jelloun (presidente), ha decretato vincitore Buddha Collapsed out of Shame dell'iraniana Hana Makhmalbaf, che si aggiudica il Premio Eni di 15.000 euro "per la grande importanza sia sul piano artistico sia sul piano politico. Un film sulle origini del fanatismo così come si è sviluppato in Afghanistan. E il fatto che la storia rappresenti dei bambini che giocano a fare i talebani ci mostra in che modo vengono fabbricati adulti pronti a uccidere e a morire per delle idee oscurantiste. È un film commovente che ci trasmette anche un messaggio molto efficace". Il Premio Regione Lombardia al Miglior Lungometraggio Africano (euro 10.000) è andato invece a La maison jaune di Amor Hakkar, "brillante esempio di cinema del ritorno, privo di enfasi e denso di contenuti". Il Premio Provincia di Milano (euro 7.500) per il miglior documentario è andato invece a Ngwenya, o crocodilo di Isabel Noronha, mentre il Premio Fnac al Miglior Documentario Africano è andato a En attendant les hommes di Katy Lane Ndiaye. Tra i cortometraggi, Sarah di Khadija Leclère ottiene il Premio Eni (7.500 euro), mentre il Premio Città di Milano al lungometraggio più votato dal pubblico va a Getting Home di Zhang Yang. A Terra Sonambula di Teresa Prata, infine, il Premio Signis 2008.