A un passo dal traguardo dei dieci lustri di vita, il Festival dei Popoli di Firenze rilancia. Il neo-direttore Luciano Barisone ha dato il via, lo scorso venerdì quattordici novembre, alla quarantanovesima edizione di uno dei più autorevoli eventi dedicati al cinema documentario d'Europa. La nuova veste del festival prevede un forte ridimensionamento del numero dei film in programmazione, una riduzione delle sezioni tematiche e una maggior attenzione alle due sezioni competitive (Concorso Lungometraggi e Concorso Cortometraggi). Nonostante i graduali tagli di budget subiti negli ultimi anni però lo storico evento fiorentino si propone al pubblico con rinnovata forza, accostando ai titoli del concorso (tra gli altri segnaliamo qui l'ultimo lungometraggio di Raymond Depardon, La vie moderne, il nuovo film del maestro lettone Herz Frank, Muzigais Meginajums - Perpetual reharsal, e un nuovo convincente lavoro del documentarista bielorusso Sergej Loznitsa, Lumière du Nord), due importanti rassegne monografiche: "Una diagonale baltica", che mette in serie tutti i più rilevanti film dei maggiori autori di cinema documentario provenienti da Estonia, Lettonia, Lituania, e "Claire Simon" omaggio personale alla regista francese, molto nota in patria ma sconosciuta ai più nel mostro paese, che offre una panoramica completa della sua produzione mostrando tanto i film di non-fiction quanto quelli d'ispirazione finzionale. A completare il ricco palinsesto la sezione "Stile Libero", voluta da Barisone per comprendere nella programmazione del festival film più decisamente attraversati dalla ricerca estetica e linguistica e dalla sperimentazione, e la rassegna tematica "I volti del potere" che esplora le diverse declinazioni e degenerazioni del potere con uno sguardo che dall'Impero del Re Sole arriva a scavalcare le tragiche vicende del secolo breve fino a fissarsi su quelle del tempo presente.