"Non voglio solo mostrare, ma anche far desiderare alla gente di vedere", diceva. Ha ottenuto la Palma d'oro onoraria, poi il manifesto ufficiale: Agnès Varda era l'immagine della passione, dell'affetto e della malizia. Sessantacinque anni di creazione e sperimentazione, lunghi quasi quanto il Festival di Cannes, che celebra, come lei, sguardi, vite e mondi; e sa ricordare.

"Non sono una regista donna, sono una regista". A Cannes era stata tredici volte nella Selezione Ufficiale. È stata anche membro della giuria nel 2005 e presidente della giuria della Caméra d'or nel 2013. Quando è stata insignita della Palma d'oro onoraria, nel 2015, ha menzionato "resistenza e resistenza, più che onore" e l'ha dedicata "a tutti i registi inventivi e coraggiosi, quelli che creano film di finzione o documentari originali, che non sono alla ribalta ma che vanno avanti”.

D'ora in poi, una sala di proiezione ormai imprescindibile del Festival porterà il suo nome: la Salle Agnès Varda, già Salle du Soixantième. Ogni spettatore ne sentirà il valore simbolico e l'emozione.

Rosalie Varda e Mathieu Demy, i suoi figli, dichiarano: “Siamo orgogliosi e commossi che il Festival di Cannes onori ancora la piccola grande Agnès dando il suo nome alla sala del Palais. Agnès e Cannes condividono una lunga storia, ad iniziare dal 1962 quando Cléo dalle 5 alle 7 venne ospitato in concorso, senza dimenticare la magica serata in cui Agnès è stata insignita della Palma d'oro onoraria. Tra questi momenti speciali, rimangono tutti i nostri ricordi, ricordi di film, di famiglie di film, ricordi di feste meravigliose. Viva il Festival! Viva il cinema!”.