Per la prima volta dopo tanti anni mi sembra che il documentario italiano si stia raccogliendo intorno a una voglia propulsiva, voglia di idee, di buttarsi e raccontare, al di là delle rivendicazioni e delle lamentele contro lo Stato e la tv. Mi sembra di vedere i segni di una forte rinascita”. Con queste ottime premesse il direttore artistico Luciano Barisone ha presentato oggi, a Roma, l'edizione 2009 del Festival dei Popoli di Firenze, storica manifestazione dedicata ai film di non-finction che proprio quest'anno, dal primo al 7 novembre, festeggia il suo cinquantenario. Un'occasione per inaugurare un percorso comune con il Premio Solinas documentario per il cinema che, invece, per il secondo anno attribuirà un contributo di 5000 euro a due progetti scelti tra i sette finalisti annunciati oggi: Adhd di Stella Savino, Carenas - catene di Francesca Balbo, E adesso torniamo a casa di Sergio Basso, Il mondo dei bambini – documentario su Pinin Carpi di Sebastiano Bazzini e Costanza Rodotà, L'orologio fermatempo di Piergiorgio Curzi, La bella Virginia al bagno di Eleonora Marino e Stefano Stogia, The dark side of the sun di Carlo Hintermann. I vincitori saranno premiati il 3 novembre, durante lo svolgimento del festival, e a questo riconoscimento si affiancherà la consegna della medaglia presidenziale, da quest'anno messa a disposizione del Premio Solinas da Giorgio Napolitano, a Cecilia Mangini, che proprio al Festival dei Popoli cominciò la sua carriera di cineasta agli albori degli anni '60. Per quanto riguarda il programma della manifestazione, anche quest'anno si articolerà in una selezione ufficiale divisa in tre categorie: lungometraggi, cortometraggi e Stile libero. I 17 lungometraggi in concorso tratteranno, come spiega Barisone, “i principali temi del momento, dalla situazione iraniana all'eterna questione del medio oriente e soprattutto della Palestina, fino ad arrivare alla follia dell'uomo che per ragioni di profitto distrugge i luoghi stessi in cui vive”. In Stile libero sono invece previsti eventi speciali come Gli arbitri, commissionato dalla Uefa a tre dei principali documentaristi della tv belga per entrare negli spogliatoi degli ultimi europei di calcio e mettere letteralmente ''a nudo'' un mestiere così noto e al tempo stesso poco conosciuto come quello dell'arbitraggio. Spazio anche al lavoro semisconosciuto di Alvaro Bizzari, “un raro caso di cineasta operaio”, come lo definisce il direttore artistico della rassegna, alla musica e alle "false realtà virtuali". Alla selezione ufficiale si aggiungono poi due retrospettive, dedicate rispettivamente ai primi sette anni di vita del festival e al documentarista dell'ex DDR Thomas Heise. Oltre a quella con il Premio Solinas, il Festival dei Popoli, sottolinea Barisone, continuerà quest'anno a dar vita a diverse collaborazioni, contro la diffusa logica “della competitività e dell'esclusività”. Tra queste, di particolare interesse quelle con il New York Documentary Festival, con il Noir in Fest di Cortina e con la Fondazione Ente dello Spettacolo, che già dall'anno scorso partecipa al festival con un apposito Premio alla distribuzione, tuttora nota dolente del pur rifiorito documentario italiano.