Lo scorso lunedì 22 giugno si è ufficialmente aperta la quarantacinquesima edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. A histoy of israeli cinema (Rafael Nadjari, 2009) - enciclopedica coproduzione franco israeliana in due parti che ripercorre attraverso le voci di critici, attori e autori il cinema d'Israele dagli inizi del secolo scorso fino alle esperienze più recenti - ha dato il via alla grande rassegna sul "Nuovo cinema israeliano" che fino a domenica prossima sarà in cartellone presso lo storico Cinema Teatro Sperimentale. Il ventitreesimo Evento Speciale, tradizionalmente riservato al cinema italiano, è quest'anno un omaggio ad Alberto Lattuada e alla sua vasta filmografia. Un intervento storico critico che seguita la nobile storia della manifestazione pesarese, da quasi dieci lustri capace di tracciare e rintracciare le nuove tendenze nel panorama cinematografico internazionale, ma capace anche di costituire l'autorevolezza dei nuovi autori o di ricostutuirne una per i nomi già (malamente) storicizzati (Ermanno Olmi nel 2003, Luigi Comencini nel 2007, ecc.). Accanto ai due eventi maggiori si aggiungono l'omaggio allo sperimentalismo radicale di Paolo Gioli, la panoramica "Bande a part" e il Concorso Pesaro Nuovo Cinema. L'apertura della sezione competitiva è stata affidata a La Pivellina/Non è ancora domani, primo lungometraggio di finzione della coppia di documentaristi italo austriaca composta da Tizza Covi e Rainer Frimmel appena di ritorno dal successo ottenuto alla Quinzaine di Cannes. Il passaggio a Pesaro è stato occasione per annunciare l'uscita del film nelle sale italiane il prossimo autunno e l'imminente inizio delle riprese di un nuovo progetto: ancora un'opera a soggetto ambientata a Vienna che i due registi prevedono di girare come sempre da soli, a basso budget e sfruttando al massimo lo scambio fecondo tra cinema di finzione e documentario.