"Abbiamo scoperto verità sconcertanti: i risultati della nostra indagine fanno ancor più paura della versione ufficiale". Così Franco Fracassi, co-autore con Giulietto Chiesa di Zero - Inchiesta sull'11 settembre, di cui sono state proposte alcune sequenze al convegno sulla Paura organizzato dal festival di Alba e dall'Ente dello Spettacolo. Ancora in fase di montaggio, il documentario avrà una durata di due ore e dovrebbe uscire in sala in concomitanza con la prossima Mostra del Cinema di Venezia, auspicata vetrina per la presentazione ufficiale - al festival di Cannes è stato inviato un work in progress, ma la meta principe rimane il Lido.  "Vogliamo uscire dalla nicchia di Internet, raggiungere un ampio pubblico e sottrarre la nostra ricostruzione alla scarsa legittimazione delle inchieste pubblicate sul web", dice Fracassi, coordinatore di una crew di oltre 70 persone, caso più unico che raro nel panorama documentaristico italiano. Prodotto da Telemaco in collaborazione con Xtend e Megachip, associazione fondata da Giulietto Chiesa, Zero ha scelto la formula  dell'autofinanziamento, per garantirsi piena autonomia e indipendenza: tutti possono divenire coproduttori del film (info su www.zeroinvestigation911.com).  Oltre 100 ore di interviste, più di 90 persone informate sui fatti, immagini di repertorio inedite, documenti ufficiali, ricostruzioni in CGI, cartoon, animazioni in 2d e 3d e inserti teatrali, l'inchiesta audiovisiva può contare sulla partecipazione di Franco Interlenghi e Lella Costa, che con voce risoluta dice: "Abbiamo deciso che le spiegazioni ufficiali non ci bastano più". Chiaro l'obiettivo di Zero: "Vogliamo rompere il muro del silenzio, restituire verità e dignità agli oltre tremila caduti dell'11 settembre, che non sono eroi, ma vittime, e ai morti delle successive "guerre al terrore" in Afghanistan e Iraq", prosegue Fracassi. Nonostante la materia scottante - "C'è voluta una buona dose di incoscienza per imbarcarci in questo progetto", dice il regista - Zero non ha incontrato minacce né resistenze, eccetto per un evento inquietante: "Con la produttrice ero a Dallas per incontrare una "gola profonda" dell'amministrazione Bush, senza che nessuno in Italia e negli States lo sapesse: bene, le persone che ci ospitavano in assoluta segretezza hanno ricevuto numerose chiamate da una teenager che sapeva ci trovassimo lì e voleva parlare con noi...". La testimonianza e la documentazione sul finanziamento dell'11 settembre fornita da "Mr. Green", questo il nome in codice della "talpa", costituiscono solo una parte delle rivelazioni di Zero: "Abbiamo fatto tabula rasa di tutte le nostre conoscnze in merito, per ripartire da zero con il solo desiderio della verità", conclude Fracassi.