“Di che America si farà presagio il nuovo Giustiziere della notte, remake di Eli Roth con Bruce Willis? Di quella che trema per le gang tatuate, come gli M 13 che il presidente Trump ha denunciato nel discorso sullo Stato dell’Unione? Di quella che perde lavoro, identità, pace familiare, status sociale e accusa i criminali ispanici?”. Se lo chiede Gianni Riotta nell’articolo È ancora tempo di Giustizieri. Il film sarà nelle sale cinematografiche da giovedì 8 marzo, distribuito da Egle Pictures.

Sarà un macabro presagio anche stavolta? Già in passato la realtà ha ricalcato le orme della finzione. Riotta ricorda un sanguinoso fatto di cronaca del 22 dicembre 1984, dieci anni dopo l’uscita del film. Bernhard Goetz: “Tecnico bianco di 37 anni, era stufo della violenza che i sociologi definiscono microcriminalità. Era stato picchiato in una rapina, i colpevoli subito liberi, con polizia e tribunali schiacciati dal crimine. Dai 325 reati violenti ogni 100.000 persone degli anni ‘60, si era passati agli oltre 1100, con 2 assassinii, 18 reati violenti e 65 rapine per ogni 10.000 abitanti degli ‘80. Così tirò fuori dalla tasca la sua Smith&Wesson 38 e regolò i conti in sospeso. Fu portato agli onori della cronaca come il Vigilante della Metropolitana, a New York”.

 

Questa volta nei panni del giustiziere vedremo Bruce Willis.

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