Yakuza

The Yakuza

GIAPPONE 1975
George Tanner, un americano che traffica in armi con il giapponese Tono, avendo questi sequestrati i suoi figlioletti per costringerlo a compiere una spedizione di merce tra l'altro già pagata, incarica l'amico Harry Kilmer di recarsi a Tokio e di liberare gli ostaggi. Harry, infatti, dovrebbe poter contare sull'appoggio di Eiko Tanaka - da lui amata al tempo dell'occupazione - e sul fratello della stessa, Ken Tanaka. L'impresa si dimostra molto più difficile del previsto poiché, mentre Ken ha da tempo abbandonata l'organizzazione segreta della Yakuza, della stessa fanno parte come esponenti e antagonisti il fratello di Ken, Goro, e lo stesso Tono. Harry e Ken, uniti, riescono a liberare i figli di Tanner, ma l'operazione scatena una lotta intestina e provoca una strage. Harry, cosciente di avere involontariamente portato disgrazia nel passato e nel presente di Ken, adottando gli usi locali della Yakuza, prima di tornare in patria, ottiene perdono tagliandosi il mignolo della mano sinistra.
SCHEDA FILM

Regia: Sydney Pollack

Attori: Robert Mitchum - Harry Kilmer, Ken Takakura - Ken Tanaka, Brian Keith - George Tanner, Herb Edelman - Oliver Wheat, Richard Jordan - Dusty, Keiko Kishi - Eiko Tanaka, Eiji Okada - Toshiro Tono, James Shigeta - Goro, Kyosuke Mashida - Jiro Kato, Christina Kokubo - Hanako, Eiji Go - Spider, nipote di Ken Tanaka, Lee Chirillo - Louise

Soggetto: Leonard Schrader

Sceneggiatura: Paul Schrader, Robert Towne

Fotografia: Kozo Okazaki, Duke Callaghan

Musiche: Dave Grusin

Montaggio: Don Giudice, Thomas Stanford, Fredric Steinkamp - supervisione

Scenografia: Stephen B. Grimes

Costumi: Dorothy Jeakins

Effetti: Richard Parker, Tomoo Kasai

Altri titoli:

Brotherhood of the Yakuza

Yakusa

Durata: 112

Colore: C

Genere: THRILLER DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANAVISION, CINESCOPE, 35 MM (1:2.35) - TECHNICOLOR

Produzione: SYDNEY POLLACK E MICHAEL HAMILBURG PER WARNER BROS. PICTURES, TOEI COMPANY

Distribuzione: PIC - WARNER HOME VIDEO

CRITICA
"L'unione della cinematografia nipponica con quella americana si dimostra qui, dal puro punto di vista tecnico-artistico, particolarmente feconda: il ritmo lento, le calibrate interpretazioni, la ricostruzione ambientale, la descrizione delle mentalità a volte del tutto opposte, consentono al film uno spessore psicologico notevole." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 80, 1976)