Voy a explotar

MESSICO 2008
Guanajuato, in Messico. Gli adolescenti Roman e Maru decidono di scappare insieme in un luogo segreto. Lui è un quindicenne con fantasie violente, lei è un'adolescente introversa cresciuta in una famiglia piccolo borghese. La loro nuova avventura porterà i due ragazzi, rinchiusi nei limiti del paradiso che so sono costruiti, a scoprire emozioni e sentimenti a loro sconosciuti. Quando, però, decideranno di uscire nel mondo reale, le ferite diventeranno vere e le azioni avranno serie conseguenze.
SCHEDA FILM

Regia: Gerardo Naranjo

Attori: Maria Deschamps, Juan Pablo De Santiago, Daniel Giménez Cacho, Rebecca Jones, Martha Claudia Moreno

Sceneggiatura: Gerardo Naranjo

Fotografia: Tobias Datum

Musiche: Georges Delerue

Montaggio: Yibran Assaud

Scenografia: Claudio Ramírez Castelli

Costumi: Amanda Cárcamo, Anahí Ramos

Effetti: Hassan Ben Sabbah Uriostegui

Altri titoli:

I'm Going to Explode

Durata: 106

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: CINEMASCOPE (1:2.35)

Produzione: CANANA FILMS, CINEMATOGRAFICA REVOLCADERO, FIDECINE, INSTITUTO MEXICANO DE CINEMATOGRAFÍA (IMCINE), VERISIMILITUDE

NOTE
- IN CONCORSO ALLA 65. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2008) NELLA SEZIONE 'ORIZZONTI'.
CRITICA
"Una sbirciatina allo stile di Godard anni '60, un pezzetto di anima adolescenziale alla Antoine Doinel dell'amato Truffaut ed ecco le evocative linee portanti del messicano 'Voy a explotar'. Giusto per controbattere a chi continua a dire che la Nouvelle Vague non è servita a rivoluzionare esteticamente il cinema, il film di Gerardo Naranjo conferma quanto, invece, i figliocci di Bazin avessero ragione. Il cinema di papà è morto. E non importa se in fondo la folla ne gode ancora i purulenti cascami. Naranjo fa sul serio, scombina i piani e i tempi della visione per raccontare, guarda caso, di una ribellione giovanile, di un concitato sogno adolescenziale di fuga dal mondo degli adulti. (...) Maru e Roman sono Bonnie e Clyde, sono Kit e Holly de 'La rabbia giovane'. Si ribellano alla pomposità, volgarità e piagnucoleria dei genitori, all'ignoranza della tv, all'arretratezza di un Messico che assiste basito ai lati della strada da loro battuta. Naranjo si affida alla spontaneità dei due giovanissimi attori, usa una molteplice varietà di punti macchina per fendere ed esplorare freneticamente lo spazio. La musica degli U2 e degli Smith si mescola al pop-folk messicano entrando ed uscendo da un oggetto camp come un vecchio walkman indossato dai due ragazzini. Si respira aria di purezza, di sincerità, di voglia di ridere, urlare, esplodere ed invadere l'immaginario dello spettatore, con annessa lacrimona a chiusura del sipario. Speriamo di vederlo sugli schermi italiani senza ritrosie distributrici". (Davide Turrini, 'Liberazione', 2 settembre 2008)