Vita da bohème
La vie de bohème
FRANCIA, GERMANIA, SVEZIA, FINLANDIA - 1992

Tre artisti squattrinati diventano amici nella moderna Parigi: Rodolfo, un pittore albanese senza visto, Marcel, un povero scrittore senza editore, e Schaunard, un compositore di rumorosa musica post-moderna.
- Regia:
- Attori: - Rodolfo, - Mimi, - Marcel, - Schaunard, - Musette, - Blancheron, - Gassot, - Henri Bernard, - Signora Bernard, - Cantante, - Gentiluomo, - Medico, - Francis, - Ispettore di polizia
- Soggetto: Henri Murger - (romanzo)
- Sceneggiatura: Aki Kaurismäki
- Fotografia: Timo Salminen
- Montaggio: Veikko Aaltonen
- Scenografia: John Ebden
- Arredamento: Guillaume Lemoine
- Costumi: Simon Murray
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Altri titoli:
Das Leben der Boheme
La vida de bohemia
The Bohemian Life
Boheemielämää - Durata: 100'
- Colore: B/N
- Genere: COMMEDIA, DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85) - PANORAMICA
- Tratto da: romanzo "Scènes de la vie de bohème" di Henri Murger
- Produzione: SPUTNIK, PYRAMIDE PRODUCTIONS, FILMS A2, PANDORA FILMPRODUKTION, SVENSKA FILMINSTITUTET (SFI)
- Distribuzione: ACADEMY PICTURES, PANARECORD, CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- PREMIO FIPRESCI AL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI BERLINO NEL 1992.
CRITICA
"Un film fine e delicato, in cui la storia, tratta dal romanzo scritto nell'800 da Henry Murger (e che ispirò l'opera di Puccini) appare tuttora valida e credibile, anche se trasportata ai giorni nostri, e conserva il suo romanticismo, senza cadere mai nel patetico. La commozione è raggiunta con una estrema asciuttezza di stile. Il regista che è anche sceneggiatore, arriva alla poesia, mostrandoci i celebri personaggi immersi nella vita d'oggi, in una Parigi appena accennata, ma curatissima nei particolari degli ambienti, che il bianco e nero nobilita con la propria raffinatezza. Speciale abilità di Kaurismäki è quella di accostare fra i più vari sentimenti, raggiungendo una sintesi di invenzioni felici. In questa atmosfera dolce amara, risultano efficaci le interpretazioni degli attori, tutte improntate ad un'assoluta sobrietà, e a volte, addirittura ad un'apparente impassibilità, sotto la quale si intuisce la profondità del sentimento. Matti Pellonpää dà a Rodolfo il suo volto triste di diseredato, ed Evelyne Didi, che nella parte di Mimì mostra una grazia sfiorita, adattissima al ruolo, sono i migliori del gruppo." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 114, 1992)