Ustica

- Regia:
- Attori: - Roberta Bellodi, - Corrado di Acquaformosa, - Valja, - Onorevole Fragalà, - Franca Bellodi, - Paco, - Fahal Al Khalil, - Anatomopatologo, - Wershefani, - Madre Dettori, - Hostess di terra, - Marito di Roberta Bellodi
- Soggetto: Renzo Martinelli
- Sceneggiatura: Renzo Martinelli
- Fotografia: Blasco Giurato
- Musiche: Pivio , Aldo De Scalzi
- Scenografia: Paolo Innocenzi
- Costumi: Massimo Cantini Parrini
- Effetti: Canecane, Inlusion, Mikros Image
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Altri titoli:
The Missing Paper
Ustica - La verità - Durata: 106'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO, STORICO
- Specifiche tecniche: DCP
- Produzione: RENZO MARTINELLI PER MARTINELLI FILM COMPANY INTERNATIONAL E ALAIN BERLINER PER WFE, IN COLLABORAZIONE CON UMBERTO BUTTAFAVA, POLAR STAR PHARMA, SEAGULL
- Distribuzione: INDIPENDENT MOVIES, DA ZENIT DISTRIBUTION
- Data uscita 31 Marzo 2016
TRAILER
RECENSIONE
27 giugno 1980, un DC9 della compagnia Itavia scompare dai radar senza lanciare alcun segnale di emergenza e si schianta tra le isole di Ponza e Ustica: muoiono 81 persone, di cui 14 bambini. Un mistero (arci)italiano, su cui il cinema si è già espresso con Il muro di gomma di Marco Risi (1991): ora tocca a Renzo Martinelli con Ustica, in cui “tutto quanto viene dichiarato è inconfutabilmente supportato da materiale documentale”.
Non sveleremo la (ipo)tesi del regista di Vajont, basti sapere che non contempla il cedimento strutturale, il missile o la bomba, bensì il triangolo con caccia libici e americani. A indagare sul caso sono Roberta Bellodi (Caterina Murino), giornalista siciliana che su quel DC9 aveva la figlia, e il deputato Corrado di Acquaformosa (Marco Leonardi), la cui moglie elicotterista Valja (Lubna Azabal) ha trovato il relitto di un caccia a Timpa delle Magare, ma depistaggi e incidenti sospetti tagliano la strada…
Indubbio il coraggio produttivo, buone, ancorché confutabili, le intenzioni di fare luce e, possibilmente, riaprire il caso, ma Ustica, che ha nel doppiaggio pervasivo – è girato in inglese – il vizio di forma peggiore, non ha la dignità del cinema, bensì della fiction tv: è in sala per “colpa” di Martinelli o dell’italica censura?
NOTE
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2017 PER I MIGLIORI EFFETTI DIGITALI.
CRITICA
"Il mistero di Ustica, raccontato dal cinema per la terza volta (salvo errore). Raccontato in maniera più che plausibile. (...) Piacerà a chi apprezza il cinema onesto e documentato di Martinelli. Dopo aver ricostruito (bene) il massacro di Porzus e il disastro del Vajont ha accostato uno dei misteri d'Italia senza virate fantapolitiche o pregiudizi ideologici. Non sarà un gran cinema il suo ma è probo, rigoroso, utile." (Giorgio Carbone', 'Libero', 31 marzo 2016)
"Il regista Renzo Martinelli, a cui non mancano né fantasia né coraggio, ricostruisce a suo modo una vicenda tuttora oscura. (...) Chi non sa nulla si appassionerà, gli altri un po' meno." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 31 marzo 2016)
"A ciascun nuovo titolo Martinelli promette verità e rivelazioni sui grandi misteri della nostra storia, quei buchi neri che punteggiano l'Italia con le conseguenze che sappiamo: le stragi, i silenzi, le omissioni di stato, le complicità omertose, le verità distorte (...) ma in questa sua bramosia di rivelazioni rimane sempre intrappolato. È un po' il problema di chi puntando solo sulla «macchinazione» finisce per mettere la realtà che vuole illuminare sullo sfondo. E soprattutto opacizza il cinema e le sue infinite possibilità di impatto sulla cosiddetta storia ufficiale. (...) Che il cinema sia strumento politico e civile, di coscienza e risonanza per storie note eppure dimenticate è senza dubbio una parte importante della sua natura (...) ma non giustifica un brutto film. Perché questo è 'Ustica', enfatico, fracassone, recitato malissimo, quasi peggio di una pessima fiction tv italiana, a cominciare dalle prime scene (...). I personaggi sono rivisti drammaturgicamente in una linea narrativa anch'essa a effetto (...). Però per dirci «guardate è tutto vero» Martinelli monta immagini di repertorio, i familiari delle vittime in lacrime all'obitorio di Palermo, i tg. Chiaramente la convinzione che il soggetto basti da sé - il regista ha detto di avere lavorato sulle cinquemila pagine dell'istruttoria del giudice Rosario Priore - è alla base del suo modo pensare le immagini. Ma questa cosa non può funzionare, non funziona mai, e anzi a quanto si vuole proteggere - mancando un punto di vista proprio che non può essere solo «io sto dicendo la verità» - finisce per nuocere cancellando forza, ragionamento, pensiero, dubbi, domande che sono indispensabili." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 1 aprile 2016)
"«Ustica» non è un film inchiesta, bensì a tesi, e l'errore sta a monte, nel considerare inconfutabile l'assunta Martinelli cade sempre in sceneggiature scritte con l'accetta: un cinema che non conosce le sfumature, né in ciò che racconta né nel modo; sempre meno riesce a suscitare interesse o dibattito, solo polemiche di breve durata. Bisogna prendere atto che le cose siano andate così e farsi prendere la pancia dal carico di retorica e di ricatto morale, tra madri che non accettano la morte della figlia e aspettano sulla spiaggia che torni a nuoto e mogli eroine che sanno leggere un messaggio in arabo del pilota libico. Il regista gioca a fare l'americano, ma le immagini sono inerti, non c'è vera tensione e non servono le insistite inquadrature sghembe: un'altra occasione mancata." (Nicola Falcinella, 'L'Eco di Bergamo', 1 aprile 2016)