Uomini & donne
Trust the Man

- Regia:
- Attori: - Rebecca, - Tom, - Tobey, - Elaine, - Faith, - Nora, - Dottor Beekman, - Dante, - Pamela, - Jasper, - Usher, - Analista, - David, - Rand, - Goren, - Gordon, - Francis, il regista, - Amis, - Maggie neonata, - Maggie neonata, - Capo di Elaine, - Giornalaio, - Cameriere, - Infermiera, - María, la babysitter, , - John, , , , , , , , , , , , , ,
- Soggetto: Bart Freundlich
- Sceneggiatura: Bart Freundlich
- Fotografia: Tim Orr
- Musiche: Clint Mansell
- Montaggio: John Gilroy
- Scenografia: Kevin Thompson
- Costumi: Michael Clancy
-
Altri titoli:
Uomini & donne - Tutti dovrebbero venire... almeno una volta!
- Durata: 103'
- Colore: C
- Genere: COMMEDIA, ROMANTICO
- Produzione: SIDNEY KIMMEL ENTERTAINMENT, PROCESS PRODUCTIONS
- Distribuzione: MOVIEMAX (2006)
- Data uscita 3 Novembre 2006
RECENSIONE
Stare (o non stare) insieme a Manhattan: è questa la sinossi di Uomini & Donne, commedia sentimentale firmata da Bart Freundlich. Dopo l’esordio I segreti del cuore e World Traveller, il regista dirige per la terza volta Julianne Moore, sua moglie dal 1997. Accanto a lei, un ottimo cast con David Duchovny, Maggie Gyllenhaal, Billy Crudup, Eva Mendes ed Ellen Barkin impegnati, chi da protagonista, chi da antagonista, a riscrivere le regole della convivenza amorosa. Che non è facile si sa, o almeno si dovrebbe sapere, ma sullo schermo è una consapevolezza che apre scenari usurati, esausti, non più capaci di offrire prospettive minimamente interessanti. Tra dicotomie (rigorosamente al femminile) carriera-famiglia, casalinghi affetti da priapismo, ragazze che studiano da spose e ragazzi “io vivo alla giornata”, Uomini & Donne si avvicina pericolosamente all’omonimo televisivo targato Maria De Filippi. Forse per una perfetta congruenza mancano solo i tronisti, ma a Manhattan ormai impera (sic!) l’übersexual, per cui tocca accontentarsi. Il titolo originale suona Trust The Man: un buon consiglio, da non prendere ironicamente, eccetto che per Freundlich. Peccato, perché gli attori sono affiatati, le musiche dell’aronofskyano Clint Mansel suggestive, qualche sequenza – quelle mutuate dalla propria vita privata, Freundlich dixit – perfino gustosa, ma il rosa ineluttabilmente stinto.
CRITICA
"Una cascata di parole, di concetti appena accennati, di battute a vuoto e qualcuna memorabile è il contenuto della commedia americana, o meglio newyorchese, di Bart Freundlich 'Uomini & donne'. (...) Non succede molto in questa situation comedy di stampo televisivo e gli interpreti, ben sintonizzati, sembrano capitati in un film di Woody Allen senza che lui sia al corrente della cosa. Una trappola per topi, un inganno della sceneggiatura che scimmiotta 'Sex & the City', che è già a sua volta una visita guidata nel mondo di Woody Allen. Ed il regista è il marito della protagonista Julienne Moore." (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 3 novembre 2006)
"Chi non è più giovanissimo ricorda che a suo tempo per bollare certi soggetti di genere melò veniva usato l'aggettivo ottocentesco. Ebbene, il futuro è già cominciato: fra i commenti su internet intorno al film 'Uomini & donne' spunta come negativa connotazione di anzianità il termine novecentesco. Evidentemente il riferimento al '900, già vessillo delle avanguardie, appartiene ormai a un passato che invecchia a vista d'occhio. E fuori moda risulta dunque la cinecommedia di Bart Freundlich dove troviamo due coppie impelagate in problemi di sesso e sentimenti che gli shrinks (psicoanalisti) non riescono a sbrogliare. Di fronte a un plot fra amarognolo e dolciastro ambientato a Manhattan il pensiero corre a 'Io & Annie' ed è giocoforza constatare che dal giorno in cui quel classico vinse quattro Oscar sono trascorsi quasi trent'anni. Accertato che la commedia freudiana di ambiente newyorkese è obsoleta viene da chiedersi se è invecchiata anche la psicoanalisi. (...) Tornando al film, se 'Io & Annie' adombrava il vero innamoramento dell'autore per l'effervescente Diane Keaton, anche 'Uomini & donne' svela un'ispirazione autobiografica. Infatti Julianne Moore, incarnante la diva hollywoodiana Rebecca ansiosa di affermarsi sulle scene della Grande Mela, è nella vita la consorte di Freundlich regista del film. Qualcuno ne ha tratto la conclusione che il bizzarro matrimonio con Tom (David Duchovny), il quale babysittereggia i figlioli a casa mentre lei va alle prove, rispecchi la realtà di un rapporto altalenante come sempre quando si mescolano sentimenti, sesso e carriere. (...) Non indugio sugli sviluppi del copione, che pur garantendo qua e là qualche sorriso, dovuto soprattutto alla bravura degli interpreti, non riservano particolari sorprese. (...) Ma come mai i coniugi Freundlich, Bart e Julianne, non hanno previsto che fare un film alla Woody Allen senza Woody Allen sarebbe stato come fare la lepre in salmì senza la lepre?" (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 3 novembre 2006)