UNA VITA ESAGERATA

A LIFE LESS ORDINARY

USA 1997
Il giovane Robert lavora come custode in una grande azienda ma si diletta a scrivere e sogna di diventare famoso. Celine, viziata, cinica e annoiata, è la figlia di Naville, proprietario dell'azienda dove è impiegato Robert. Entrambi sono in attesa di qualche cambiamento, ma tra loro sono sconosciuti e lontanissimi. Dal Cielo gli angeli O'Reilly e Jackson vengono incaricati della missione più difficile della loro carriera: fare in modo che Robert e Celine si incontrino e si innamorino. Quando viene licenziato, Robert va da Naville per protestare, vede la figlia, la sequestra, la porta in un casolare isolato. Ma il mestiere del bandito non gli si addice e allora Celine prende in mano la situazione nell'organizzare la richiesta di riscatto. Durante la convivenza forzata, il rapporto tra Robert e Celine passa attraverso varie fasi: litigano, si insultano, si scambiano complimenti, infine un bacio. Un intervento eccessivo dell'angelo Jackson rischia di mandare tutto a monte. Robert e Celine si separano, riuscendo a tornare insieme, solo dopo innumerevoli rischi ed equivoci. Gli angeli capiscono la fatica di indirizzare le emozioni del cuore umano.
SCHEDA FILM

Regia: Danny Boyle

Attori: Stanley Tucci - Elliot, Ian McNeice - Mayhew, Ian Holm - Mr. Naville, Delroy Lindo - Jackson, Holly Hunter - O'Reilly, Cameron Diaz - Celine, Ewan McGregor - Robert, Tony Shalhoub - Al

Soggetto: John Hodge

Sceneggiatura: John Hodge

Fotografia: Brian Tufano

Musiche: David Arnold

Montaggio: Masahirto Kirakubo

Scenografia: Kave Quinn

Durata: 103

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: ANDREW MCDONALD

Distribuzione: FOX (1998)

CRITICA
"'Una vita esagerata' gioca d'accumulo e finisce col perdersi fra graziosaggini, trovate e citazioni a 360 gradi, da Sturges a Lubitsch da 'Accadde una notte' a 'Scala al paradiso', capolavoro di Powell e Pressburger. Non mancano, sia chiaro le scene azzeccate, e citiamo almeno il Paradiso visto come un'azienda, il rapimento a complicità istantanea, il karaoke che vira in musical, o il matto commosso dalle balle della bravissima Diaz. Ma la ricchezza del cast e l'estro della confezione non bastano a fugare la sensazione di gratuità. Forse per fare un altro 'Trainspotting' ci voleva un romanzo come quello di Irvine Welsh. Intanto perì si poteva affidare il copione di David Hodge, sceneggiatore che solitamente fa il dottore, alle cure di quelli che in America chiamano script doctor." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 26 marzo 1998)

"Non lo nego, intenzioni buone ce ne sono, la contaminazione fra il cinema più o meno di gangster, la love story e perfino il musical funziona abbastanza bene specie quando, capita l'antifona sul terzetto di 'Trainspotting' diventato hollywoodiano, si accettano le sue nuove inclinazioni per la commedia romantica (Boyle ha perfino detto di essersi rifatto a 'Accadde una notte'). Però tutto sembra abbastanza di maniera e senza quell'autonomia narrativa e stilistica di cui il terzetto aveva dato prova non solo in 'Trainspotting' ma anche in 'Piccoli omicidi tra amici', il primo film. Ad ogni modo, gli interpreti divertono, sia Cameron Diaz, la sequestrata, sia, soprattutto, Holly Hunter, l'Angelo Messaggero d'Amore. Non è difficile stare al loro gioco." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 21 marzo 1998)

"Ma se nel primo tempo il gioco sbarazzino riesce, producendo due o tre situazioni spassose, nel secondo la miscela comica si diluisce, il ritmo s'appanna, a vantaggio di un gusto demenziale che deve molto agli effetti speciali. Ewan McGregor, ormai attore-feticcio di Boyle, non appare al suo meglio con quel caschetto di capelli anni Settanta ma si intona al registro del film, mentre Cameron Diaz porta spiritosamente a spasso per il film la sua sensualità disinvolta e birichina, strizzando l'occhio volentieri al pubblico maschile che l'apprezza sin dai tempi di The Mask. Di prim'ordine, anche se un po' sprecato, il contorno, con Ian Holm nei panni dell'odioso padre e Holly Hunter in quelli dell'angelo-donna che risorge ogni volta, proprio come fosse un cartone animato." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 20 marzo 1998)