Tutti vogliono qualcosa

Everybody Wants Some

4/5
Come Richard Linklater nessuno mai: ritorno al college, benvenuto alla vita

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USA 2016
USA, 1981. Jake Bradford si trasferisce al college e va ad abitare insieme ai compagni della squadra di baseball dell'università. Nel campus il ragazzo affronterà il proprio percorso di crescita tra cameratismi, conflitti all'interno del gruppo e notti folli in cerca di conquiste femminili...
SCHEDA FILM

Regia: Richard Linklater

Attori: Will Brittain - Billy Autrey, Zoey Deutch - Beverly, Ryan Guzman - Roper, Tyler Hoechlin - McReynolds, Blake Jenner - Jake, J. Quinton Johnson - Dale, Glen Powell - Finnegan, Wyatt Russell - Willoughby, Austin Amelio - Nesbit, Temple Baker - Plummer, Tanner Kalina - Alex Brumley, Juston Street - Jay Niles, Forrest Vickery - Coma, Jonathan Breck - Coach Gordan, Tory Taranova - Debra, Kay Epperson - Nonna Bearcat, Michael Monsour - Justin, Zoey Brooks - Cathy, Justin Alexio - Howard, Anna Vanston - Michelle, Shailaun Manning - Elaine, Olivia Jordan - LeaAnn, Celina Chapin - Angie, Lynden Orr - Suzi, Asjha Cooper - Sharon, Dora Madison - Val

Sceneggiatura: Richard Linklater

Fotografia: Shane F. Kelly

Montaggio: Sandra Adair

Scenografia: Bruce Curtis

Arredamento: Gabriella Villarreal

Costumi: Kari Perkins

Altri titoli:

That's What I'm Talking About

Dazed and Confused 2

Durata: 116

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA

Produzione: RICHARD LINKLATER, MEGAN ELLISON, GINGER SLEDGE PER DETOUR FILMPRODUCTION

Distribuzione: NOTORIOUS PICTURES

Data uscita: 2016-06-16

TRAILER
CRITICA
"Si è scritto e diretto il film un regista americano Richard Linklater, noto anche in Italia per un cinema con la caratteristica di privilegiare film che fanno il punto su dei giovani in anni di particolare importanza per gli Stati Uniti (...) in cui si cerca di esporre quello che pensavano e che facevano gli studenti a vent'anni e cioè quando l'università doveva cominciare a prepararli alla vita. In mezzo a tutto questo, oltre al sesso e alla droga, riesce a far capolino anche l'amore che non mancherà di regalarci un lieto fine... Gli interpreti maschi e femmine, non sono molto noti agli spettatori italiani ma recitano tutti con disinvoltura, qualcuno avendo l'aria di esser lì sullo schermo per rappresentare un aspetto tipico dei giovani degli Ottanta americani. Bisognerebbe averli conosciuti, loro e le loro canzoni, per sapere se hanno ragione." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 15 giugno 2016)

"Un critico ha scritto a ragione che (...) lo straordinario film di Richard Linklater pare 'Porky's' diretto da Rohmer (...). Il regista texano (...) ci fa sentire lo scorrere del Tempo in agguato negli occhi, gesti, songs, parole, flirt e i lanci di palla con cui i ragazzi passano tre ultimi giorni di vacanza allenandosi a basket. (...) Dialogo portentoso e attori che vivono e fanno auscultare i battiti del cuore e il sudore del lancio: i confini sono dove ognuno li trova, scrive alla fine sulla lavagna il prof. regista." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera, '16 giugno 2016)

"Ci sono registi che fanno sempre lo stesso film, altri che praticano tutti I generi. E poi c'è Richard Linklater, forse l'autore americano più imprevedibile della sua generazione, e non solo. Un camaleonte che ogni volta cambia tutto: stile, metodo, mood, cast, e riesce a essere autobiografico in modi sempre diversi. Lo avevamo lasciato con l'elegiaco e bellissimo 'Boyhood' (...). Lo ritroviamo con questo 'Tutti vogliono qualcosa', che sembra cominciare proprio dove finiva 'Boyhood', dal primo giorno di college. (...) corale, sfrenato, goliardico, perfino volgare, la volgarità gioiosa e innocente di chi si affaccia all'età adulta con tutto l'impeto della sua età. Per giunta in un anno cerniera addolcito, reinventato, esaltato dalla memoria: il 1980, che Linklater considera giustamente l'ultimo degli sfrenati anni 70. Insomma l'esatto opposto di 'Boyhood', anche se alla fine comunica lo stesso sentimento struggente di pienezza e transitorietà. Solo che lo fa raccontando gli ultimi giorni prima dell'inizio delle lezioni di una matricola (...). Con tutto il corredo di scherzi, feste, sport (...) e poi bravate, battutacce, rimorchi, follie, musica di ogni genere (...) che i tanti film ambientati nei campus ci hanno fatto conoscere. Ma con uno stile, un divertimento, un retrogusto completamente diversi che permettono a questo cast di attori poco noti ma bravissimi di ricreare un'epoca in cui non erano neanche nati in ogni dettaglio (abbondano i dialoghi para-filosofici, una delle poche costanti in Linklater). Anche se naturalmente dietro ogni film d'epoca c'è sempre il presente e tutta questa nostalgia per un'età così innocente (età storica oltre che anagrafica) riesce a essere insieme esilarante e commovente. Non uscite prima dei titoli di coda, forse la cosa più bella del film." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 16 giugno 2016)

"Linklater torna con una commedia di college (a prima vista) piuttosto inaspettata per uno come lui. (...) II cinquantacinquenne regista ricostruisce bene quelli che furono i 'suoi' anni; più nell'atmosfera, però (fondamentale il ruolo della colonna musicale), che nella lettera. Non cede agli stereotipi del genere, ma tratta le situazioni topiche (la ricerca delle ragazze, la competizione sportiva, le bevute...) con un'attitudine affettuosa e beffarda insieme. E mette bene in mostra il complesso mix tra le dinamiche dell'integrazione nel grippo (la 'popolarità') e lo spiccato individualismo dei giovani (soprattutto) statunitensi." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 16 giugno 2016)

"L'importante non è quel che facciamo, ma come: vedere per credere il nuovo film di Richard Linklater, 'Tutti vogliono qualcosa'. Un campus movie, dicono gli americani, che sulla carta verrebbe derubricato a visione pomeridiana estiva in tv (...): non ci sarebbe nulla di male, eppure 'Everybody Wants Some!!', titolo scippato a un pezzo dei Van Halen, è molto di più, ha una sensibilità invidiabile e un respiro prezioso, qualità nemmeno sperabili con un altro in regia e scrittura. (...) si auto-proclama 'sequel spirituale' a 'Dazed and Confused', la teen-comedy di Linklater, anno di grazia e 'high-school' 1993, che rivelò al mondo Matthew McConaughey. Ventitré anni dopo, è cambiato il decennio d'appartenenza: non più i Settanta, ma gli Ottanta rievocati a tutta musica - la competenza del regista in materia non si discute - con Blondie e Dire Straits, 'My Sharona' e 'Rapper's Delight'. Pane per i denti di un mucchio, moderatamente, selvaggio, accostato nei tre giorni che precedono l'inizio del semestre: agosto 1980, un piccolo college del Texas, dove Linklater travasa ricordi autobiografici, rimandi filmici e, soprattutto, lo spirito di un'epoca e un'età irriproducibili. (...) Una sporca mezza dozzina (...) votata a tutto, impiegata in niente, eccetto a fermare il tempo: 'Del doman non v'è certezza', e loro vogliono essere non solo lieti, ma pure inconsapevoli, immemori, eterni. Il futuro non è scritto, diceva Joe Strummer, quello di Jack e gli altri non è nemmeno parlato, solo vissuto qui e ora: matricole o fuoricorso truffaldini che siano poco importa, 'noi siamo infinito' lo pensano o, meglio, lo intuiscono tutti. E, bravura di Linklater, questo 'tutti' è permeabile a qualche differenziazione psicologica, qualche accenno di introspezione, se non altro una definizione a grandi linee dei caratteri(...). Due annotazioni di genere: il trattamento riservato alle donne, considerate nel migliore dei casi alla stregua di prede, non è eccelso, né simpatetico, ma potremmo realisticamente esigere qualcosa di diverso da giocatori di baseball col testosterone a mille e i neuroni a zero? Ancora, la tensione omoerotica nel gruppo è esplicita, inconfutabile: potremmo cadere da un momento all'altro nel gay porn d'annata. Dunque, film troppo maschio? Sicuramente, ma non da stracciarsi la canotta: tra echi di 'American Graffiti' e 'Animal House' e nostalgia canaglia, disco e club punk, sport e competizione, senso del gruppo e materassi ad acqua, cazzeggio ed edonismo, 'Tutti vogliono qualcosa' restituisce tanto, tantissimo, dando umanità ed emozione a un genere che nemmeno oserebbe chiederle. È la calma grandezza di Linklater, capace di dare vita a (quasi) ogni film che fa, dalla serie 'Prima dell'alba' e 'Prima del tramonto' al penultimo, delizioso 'Boyhood'. Così, quando Jack entra in classe ci vengono i brividi. Bei tempi, andati." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 16 giugno 2016)

"Piacerà anche a chi non ha ancora scoperto Linklater e le sue storie sul passaggio dall'adolescenza alla maturità. Qui, la data (1980) non è affatto causale. Con l'ingresso negli 'eighties', i giovani accantonavano l'era della contestazione e si tuffavano in un'America da bere. Tutto bene? No, perché si esce dal film con un'angoscia che ti corre sottopelle." (Giorgio Carbone, 'Libero', 16 giugno 2016)

"Linklater, dopo 'Boyhood', dimostra di essere un regista tre spanne sopra la media. II suo è un film nostalgico che elabora il 'Carpe Diem' in un contesto competitivo e in una cornice da 'Porky's', ma alta. Un capolavoro." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 16 giugno 2016)