Tutta la vita in 24 ore

ITALIA 1943
Giulio ha un diverbio con un amico e nella colluttazione parte un colpo di rivoltella. Credendo di averlo ucciso, il giovane fugge e lascia la città. Durante il viaggio in treno e in corriera, Giulio è convinto di essere pedinato da un commissario di polizia e, quando i suoi nervi non resistono più, decide di raccontargli l'accaduto e di costituirsi. In realtà, il commissario si stava recando in vacanza, ma di fronte alla confessione di Giulio è costretto a compiere il suo dovere e ad accompagnarlo al vicino comando dei carabinieri. Strada facendo, i due si fermano in una casa dove c'è un bimbo gravemente malato che Giuli scopre con sorpresa essere il frutto della sua relazione con una ragazza che poi abbandonò. Il commissario, toccato dall'abnegazione della donna, si adopera con ogni mezzo per regolarizzare la loro unione. Celebrato il matrimonio, seppur con rincrescimento il commissario deve dar corso alla giustizia ma una buona notizia cambia per sempre il destino di Giulio.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Ludovico Bragaglia

Attori: Annette Bach - Maria, Andrea Checchi - Giulio, Carlo Ninchi - Commissario, Carlo Campanini - Medico condotto, Elvira Betrone - Marianna, madre di Giulio, Gildo Bocci - Cesare, padre di Giulio, Ada Dondini - Sora Maddalena, Arturo Bragaglia - Don Gervasio, Guido Verdiani - Mauro, segretario comunale, Gianluca Cortese - Figlio di Maria

Soggetto: Amleto Faiola, Aldo De Benedetti

Sceneggiatura: Amleto Faiola, Carlo Ludovico Bragaglia, Aldo De Benedetti

Fotografia: Carlo Montuori

Musiche: Ezio Carabella

Montaggio: Fernando Tropea

Scenografia: Piero Filippone

Arredamento: Mario Rappini

Aiuto regia: Ginetta Mancini, Luigi Carpentieri

Altri titoli:

Tutta la vita in ventiquattro ore

Tutta la vita in ventiquattr'ore

Durata: 78

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Produzione: GIULIO MANENTI PER MANENTI FILM

Distribuzione: NAZIONALCINE - MANENTI

CRITICA
"Non diremo di trovarci dinanzi a un capolavoro, né che il carattere del protagonista sia nuovo di zecca (...) né che vi manchi qualche reminiscenza (...) tuttavia la narrazione scorre, ha del cuore, è impostata su un ritmo movimentato e ben sorretto, è ravvivata da una macchietta nuova e sorvegliata, è allietata da ottimi esterni, è conclusa con sentita umanità". (Mario Meneghini, 'L'Osservatore Romano', 5 marzo 1944)

"La pellicola, pur non avendo essessive pretese scorre via fluidamente e riesce a tener desta l'attenzione. Lodevole l'impegno dell'interpretazione". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 18, 1943)