Tuan yuan

CINA 2010
Liu Yangsheng, un soldato cinese fuggito a Taiwan nel 1949, torna dopo tanti anni nella natia Shanghai per ritrovare Qiao Yu'e, la donna che amava e che aveva dovuto abbandonare a causa della guerra civile. Giunto a casa, Liu scopre che Qiao Yu'e nel frattempo si è rifatta una vita ma che, in realtà, non lo ha mai dimenticato. Convinto a portala con sé, Liu propone al marito di Qiao Yu'e uno scambio: gli lascerà tutti i suoi averi se rinuncerà alla moglie permettendole di andare a Taiwan. Per i due amanti la situazione non sembra volgere al meglio finché il destino deciderà di intervenire nella storia...
SCHEDA FILM

Regia: Wang Quan'an

Attori: Lisa Lu - Qiao Yu'e, Ling Feng - Liu Yansheng, Xu Caigen - Lu Shenmin, Monica Mo - Nonna, Ma Xiaoqinq - Figlia maggiore, Jin Na - Figlia minore, Yu Baiyang - Figlio, Xue Guoping - Genero, Leila Wei - Ragazza

Sceneggiatura: Na Jin, Wang Quan'an

Fotografia: Lutz Reitemeier

Musiche: Ma Peng

Montaggio: Wu Yixiang

Scenografia: He Xufeng, Yu Baiyang

Costumi: Zhang Min

Altri titoli:

Apart Together

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: LIGHTSHADES FILMPRODUCTIONS LTD., XI'AN MOVIE AND TV PRODUCTION, JIUZHOU AUDIO PUBLISHING CO., WESTERN MOVIE GROUP CO.

NOTE
- FILM D'APERTURA AL 60. FESTIVAL DI BERLINO (2010), VINCITORE DELL'ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA.
CRITICA
"La storia (vera) serve e Wang per mettere a confronto mondi che sembrano non comunicare, quello degli anziani (alfieri dei sentimenti tradizionali) e quello dei giovani (più pragmatici e cinici), così come non comunicano la Shanghai ultramoderna dei grattacieli che sta mangiando quella antica dei quartieri popolari. Ne esce un ritratto della Cina complesso e per niente ingessato, dove i temi politici non vengono certo affrontati (la censura è sempre attenta) ma il delicato alternarsi di situazioni da commedia e di momenti più intimisti e riflessivi riesce a raccontare un mondo che si sente sospeso tra vecchio e nuovo. E lo fa con una grazia e una malinconia che non lasciano indifferenti." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera' 12 febbraio 2010)

"Il regista Wang Quan'an è di sicuro talento ed ha già portato a casa un Orso d'oro 3 anni fa ma il suo 'Apart Together' che ieri ha inaugurato il festival questa volta non esce dalla rigida intelaiatura di melodramma familiare, nonostante lo sfondo storico politico di grande impatto. Si tratta infatti di una ricomposizione in età tardiva, ma non per questo priva di suggestione, di una coppia divisa dalla guerra civile tra la Cina comunista e quella nazionalista degli anni quaranta. Il film trova la sua forza in un doppio partito preso estetico: la vicenda si dipana esclusivamente attraverso interminabili pranzi e a presentarceli sono lunghissimi piani sequenza. Elemento di fascino, anche apprezzabile, per pochi intimi ma che rende difficile, se non impossibile, il gradimento del pubblico europeo e difficile la distribuzione del film." (Andrea Martini, 'Nazione, Carlino, Giorno', 12 febbraio 2010)

"Wang propone una contemplazione assai statica del racconto: macchina da presa fissa su spazi riempiti da personaggi in cui statizzare l'evolversi della narrazione. Le ricche tavolate per cene e pranzi, l'esplorazione di una Cina che fa i conti con lo spasimo dell'ipermodernizzazione (il treno superveloce o la costruzione di un grattacielo ripresi entrambi in virtuosi piani sequenza dall'interno) spiegano di un luogo/nazione che esternamente muta le sue forme, ma che interiormente è ancora legato alle ferite e fratture di un passato travagliato. Infine, le sirene dell'ennesimo eldorado (la nipotina, una diciottenne bella da paura, che beve coca-cola e ammicca all'America) sono lo sterile tentativo d'analisi politica tout court, dove sembra che a Wang risulti più importante sottolineare l'ottimismo, quasi penoso, dell'ex liberatore del popolo. Oggi omino poverello, buono e cornuto che, con un doppio carpiato finale che inchioda i taiwanesi al loro squallido esilio/colpa storica, non finisce mazziato. Contenti loro." (Davide Turrini, 'Liberazione', 12 febbraio 2010)
"Girato in modo sommesso, parlato come un film di Ozu, 'Apart Together' è un piccolo capolavoro che potrebbe portare Wang a un clamoroso Orso-bis. I due ideogrammi del titolo appaiono sull'immagine di un vecchio quartiere di Shanghai minacciato da incombenti grattacieli: sono le due Cine «separate insieme», quella immobile del passato e quella burrascosa del presente." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 12 febbraio 2010)