TIRESIA

FRANCIA 2003
Tiresia è un bellissimo transessuale brasiliano che vive con il fratello in un quartiere dell'immensa periferia di Parigi. Di lui si innamora Terranova, che lo assimila ad una rosa perfetta. Ossessionato da questa idea, Terranova rapisce Tiresia ma questi giorno dopo giorno, senza la sua razione di ormoni, sfiorisce sempre più. Deluso da quanto vede, Terranvoa acceca Tiresia e lo abbandona in un campo credendolo morto. In uno stato a metà fra uomo e donna, privato della vista, Tiresia viene raccolto e curato da Anna. Mano a mano che guarisce, il transessuale scopre di avere il dono della premonizione. Una qualità, questa, che lo porta inevitabilmente a scontrarsi con la chiesa locale.
SCHEDA FILM

Regia: Bertrand Bonello

Attori: Laurent Lucas - Terranova/Padre François, Clara Choveaux - Tiresia 1, Thiago Teles - Tiresia 2, Celia Catalifo - Anna, Lou Castel - Charles, Alex Descas - Marignac, Marcelo Novais Teles - Eduardo, Olivier Torres - Mathieu

Sceneggiatura: Bertrand Bonello

Fotografia: Josée Deshaies

Musiche: Laurie Markovitch, Albin De La Simone

Montaggio: Fabrice Rouaud

Scenografia: Romain Denis

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: HAUT ET COURT, ARTE FRANCE CINEMA, MICRO_SCOPE

NOTE
PRESENTATO IN CONCORSO AL 56MO FESTIVAL DI CANNES (2003).
CRITICA
"Silenzi alternati a monologhi danno il ritmo a un film estetizzante e un po' estenuante, che il regista e sceneggiatore (da una storia di Luca Fazzi) vorrebbe rendere sovrasignificante senza sapere bene come. Tormentato e intenso il protagonista. Che si chiama Clara Choveaux". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 21 maggio 2003)

"Fine del primo atto, 'Tiresia' si trasforma, come il suo povero eroe. (...) Austera ed ellittica, alla Bresson, sarebbe la parte migliore del film se non riapparisse il rapitore in tonaca da prete. Il quale, geloso di quel profeta pagano, finisce per ucciderlo. Non prima di un'ultima profezia: la sua salvatrice, dai molti fidanzati, partorirà il nuovo Gesù. Il mondo salvato dagli emarginati, insomma, e fin qui passi. Ma secondo le note di regia rapitore e prete non sono affatto la stessa persona, benché interpretati dallo stesso attore, con identico taglio di capelli. Domanda: ma se un film fa hara-kiri da sé, noi perché dovremmo difenderlo?". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 maggio 2003)