Ti va di ballare?
Take the Lead
USA - 2006

Pierre Dulaine, ex ballerino professionista, è chiamato a tenere un corso di danza in una scuola pubblica di New York. Sulle prime Dulaine viene accolto scetticamente dai suoi allievi, appassionati di musica e ballo hip-hop e assolutamente indifferenti verso il balletto classico, ma col passare del tempo riesce a farsi apprezzare dai ragazzi e insieme a loro crea una nuovo stile, risultato della fusione tra la danza tradizionale e il moderno hip-hop, utilizzandolo per una coreografia proposta durante una prestigiosa gara di ballo...
- Regia:
- Attori: - Pierre Dulaine, - Rock, - Larhette, - Augustine James, - Sig. Temple, - Tina, - Ramos, - Sasha, - Eddie, - Easy, - Morgan, - Gretchen, , , - Egypt, , - Kurd, - Danjou, , - Caitlin, - Monster
- Soggetto: Dianne Houston
- Sceneggiatura: Dianne Houston
- Fotografia: Alex Nepomniaschy
- Musiche: Aaron Zigman, Swizz Beatz
- Montaggio: Robert Ivison
- Scenografia: Paul D. Austerberry
- Costumi: Melissa Toth
- Effetti: Kaz Kobielski
- Durata: 108'
- Colore: C
- Genere: COMMEDIA, DRAMMATICO, MUSICALE
- Produzione: NEW LINE CINEMA
- Distribuzione: EAGLE PICTURES
- Data uscita 28 Aprile 2006
NOTE
- COREOGRAFIE: JOANN JANSEN.
- COREOGRAFIE HIP-HOP: RICH E TONE TALAUEGA.
-
FILM REALIZZATO CON LA CONSULENZA DELLO STESSO PIERRE DULAINE.
- COREOGRAFIE HIP-HOP: RICH E TONE TALAUEGA.
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FILM REALIZZATO CON LA CONSULENZA DELLO STESSO PIERRE DULAINE.
CRITICA
"Ispirato ai passi di ballo da sala del damerino Dulaine, che ha usato swing e tango per rieducare i cuori di teenagers disadattati, il film della deb Friedlander è colluso col peggiore stile video, l'ellissi e la foto suggestione astratta da spot. Il resto è tutto prevedibile, visti gli school movies dal 'Seme della violenza' a 'L'attimo fuggente': la sceneggiatura da serial tv di Dianne Houston è volgar-banal-elementare e la sociologia così d'accatto che sicuro piacerà. Banderas, nel frattempo diventato Boris Karloff, promette a tutti stima e fiducia, ritira gli artigli di amante latino, fa ascoltare Berlin e Gershwin agli schifati ragazzi da hip hop e street dance che dicono coglioni prima dello sdoganamento. Tre happy end tre: salti di classe sociale, la gara, il ballo delle deb, in un'escalation di molesta falsità travestita da merengue-volontariato." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 28 aprile 2006)
"La regista Liz Friedlander e la sceneggiatrice Dianne Houston seguono un collaudato percorso narrativo con tanto di climax nella prestigiosa gara di ballo annuale nel corso della quale gli studenti mostrano a tutti e soprattutto a se stessi di cosa sono capaci. Nel ruolo del maestro di ballo Antonio Banderas sfoggia eleganza, magnetismo, sensualità, reale dimestichezza con la danza ma non riesce da solo a dare compattezza a un film un po' fragile e prevedibile. I punti di forza di 'Ti va di ballare?' sono il compromesso culturale, appunto, che Dulaine e i ragazzi trovano facendo incontrare il valzer, la rumba, la salsa e il rap, l'hip-hop, la breakdance e il rifiuto dell'estetica da 'Saranno famosi' a vantaggio di volti e corpi ordinari, di magri e obesi, di figure anomale e sgraziate. Quello che manca è proprio la tensione della scommessa morale." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 29 aprile 2006)
"La regista Liz Friedlander e la sceneggiatrice Dianne Houston seguono un collaudato percorso narrativo con tanto di climax nella prestigiosa gara di ballo annuale nel corso della quale gli studenti mostrano a tutti e soprattutto a se stessi di cosa sono capaci. Nel ruolo del maestro di ballo Antonio Banderas sfoggia eleganza, magnetismo, sensualità, reale dimestichezza con la danza ma non riesce da solo a dare compattezza a un film un po' fragile e prevedibile. I punti di forza di 'Ti va di ballare?' sono il compromesso culturale, appunto, che Dulaine e i ragazzi trovano facendo incontrare il valzer, la rumba, la salsa e il rap, l'hip-hop, la breakdance e il rifiuto dell'estetica da 'Saranno famosi' a vantaggio di volti e corpi ordinari, di magri e obesi, di figure anomale e sgraziate. Quello che manca è proprio la tensione della scommessa morale." (Alberto Castellano, 'Il Mattino', 29 aprile 2006)