The Rocker - Il batterista nudo
The Rocker

- Regia:
- Attori: - Robert 'Fish' Fishman, - Matt Gadman, - Curtis, - Amelia, - David Marshall, - Stan, - Sticks, - Jeremy, - Harry, , , ,
- Soggetto: Ryan Jaffe
- Sceneggiatura: Maya Forbes, Wally Wolodarsky (Wallace Wolodarsky)
- Fotografia: Anthony B. Richmond
- Musiche: Chad Fischer
- Montaggio: Brad E. Wilhite
- Scenografia: Brandt Gordon
- Arredamento: Clive Thomasson
- Costumi: Christopher Hargadon
- Effetti: Mr. X Inc.
- Durata: 128'
- Colore: C
- Genere: COMMEDIA
- Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
- Produzione: 21 LAPS ENTERTAINMENT
- Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA
- Data uscita 19 Settembre 2008
RECENSIONE
Rocker quarantenne in soffitta e sogni infranti per sempre. Peter Cattaneo non ci sta. E da estremista delle seconde chance, dopo gli strip operai di Full Monty nella vecchia Inghilterra, vola a Cleveland e punta al mondo del rock, riesumando un batterista ex promessa dell’hair heavy, frustrato e sudato, che – guarda caso – fa le prove concerto senza veli via web cam. Catturato su YouTube, diventa cyber-icona trascinando la band di adolescenti (con grasso nipote incluso) in cui suona, a quel successo che da ventenne gli era sfuggito.
Con buona pace del sogno americano a riscatto dell’occasione perduta quando era leader fondatore dei Vesuvius (nel film divenuti band di culto e che una volta noti tradiscono il passaporto americano fingendosi “british” perché è più “cool”) e dai quali, però, era stato tradito. Trainato da un umorismo tra il goliardico e il volgare da American Pie a ritmo rockettaro, il nuovo film del cineasta inglese è anni luce dal tocco di Full Monty. Condimento degli ingredienti è il cast, molto popolare oltreoceano, in cui spiccano il versatile Rainn Wilson (il protagonista “Fish”) di Six Feet Under, l’enfant prodige musicale Teddy Geiger, Christina Applegate e Emma Stone.
CRITICA
"Grazie a un Wilson meno sarcastico del solito, 'The Rocker' è amabile. Il comico esce con le ossa rotte dal confronto con Jack Black. Ma è una sconfitta portata a casa con una certa dignità. Stessa cosa per Cattaneo con il Pasolini di 'Machan'". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 19 settembre 2008)
"Peter Cattaneo torna al cinema cercando di mutuare la sua cifra stilistica, sociale e umoristica al mondo della musica, sua passione da sempre. Non a caso 'The Full Monty' vedeva degli spogliarellisti operai cimentarsi con hit come 'Hot stuff' e persino nella mal riuscita variazione sul tema 'Lucky Break' i protagonisti sono dei galeotti dediti al ballo e il ritmo non manca. E in fondo, il regista ama fare dei musical mascherati: film di fiction con una struttura semplice in cui le note hanno uno spazio ampio e codificato, a fare da divisione in capitoli del racconto. 'The Rocker' non sfugge alla regola, anzi la segue con ovvia naturalezza. (...) Sarebbe tutto perfetto - e alcune scene lo sono, come l'inseguimento iniziale di Wilson - se non fosse che la demenzialità del film risulta troppo spesso di scialba volgarità e lo stile di regia, scrittura e dialoghi è costantemente piatto, come il finale telefonato. Ci si consola solo con l'immortale Final countdown degli Europe. Davvero troppo poco." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 19 settembre 2008)
"Ambientato a Cleveland, Ohio, che dovrebbe suggerire Liverpool, England, 'The Rocker' fa sorridere solo quando il protagonista stende due spettatori di un concerto lanciando la camicia sudata." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 19 settembre 2008)
"Piacerà a chi ha amato, a suo tempo, 'Full Monty' e ora avrà certo il piacere di ritrovare il suo regista Peter Cattaneo alle prese con un personaggio di simpatico cialtrone, di perdente che non si rassegna al destino che gli rema contro." (Giorgio Carbone, 'Libero', 19 settembre 2008)
"Tra le pieghe di una favola stupidotta, il messaggio c'è. L'incontro e lo scontro tra due generazioni, la compensazione tra le velleità ribellistiche del vecchio - che sono però anche spinte vitali - e la depressione rinunciataria dei giovani, che è però anche senso di responsabilità. E' convinzione diffusa che si alluda alla vicenda di Pete Best, con i Beatles prima che diventassero i Beatles, poi sostituito da Ringo." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 19 settembre 2008)