The Look of Silence

5/5
Il genocidio indonesiano dalla parte delle vittime: in concorso il controcampo doveroso di The Act of Killing

Leggi la recensione

DANIMARCA 2014
Una famiglia indonesiana scopre, attraverso il lavoro di ripresa compiuto durante il genocidio del 1965-1966, l'identità dell'assassino di uno dei figli. Il più giovane della famiglia si chiede come possa crescere i propri figli in una società in cui i sopravvissuti sono ridotti al silenzio e i carnefici trattati come eroi. In cerca della verità, l'uomo decide di incontrare gli assassini sopravvissuti e coinvolti nell'omicidio del fratello. Inizierà così un dialogo senza precedenti.
SCHEDA FILM

Regia: Joshua Oppenheimer (II), Anonymous - co-regia

Attori: Adi Rukun

Fotografia: Lars Skree, Anonymous - fotografia addizionale, Joshua Oppenheimer (II) - fotografia addizionale, Christine Cynn - fotografia addizionale

Montaggio: Niels Pagh Andersen

Effetti: Nordisk Film Shortcut

Durata: 98

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: FINAL CUT FOR REAL, ANONYMOUS, PIRAYA FILM, MAKING MOVIES, SPRING FILMS

Distribuzione: I WONDER PICTURES E UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION

Data uscita: 2016-01-27

TRAILER
NOTE
- ANONYMOUS FIGURA ANCHE TRA I COPRODUTTORI DEL FILM; PRODUTTORI ESECUTIVI: WERNER HERZOG E ERROL MORRIS.

- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DI: DANISH FILM INSTITUTE, NORDISK FILM & TV FOND, DANIDA, BERTHA BRITDOC, THE FINNISH FILM FOUNDATION, THE FREEDOM OF EXPRESSION FOUNDATION, SUNDANCE INSTITUTE DOCUMENTARY FILM PROGRAM, CENTRE FOR RESEARCH AND EDUCATION IN ARTS AND MEDIA (UNIVERSITY OF WESTMINSTER), ARTS AND HUMANITIES RESEARCH COUNCIL (UK); IN COLLABORAZIONE CON: ZDF, ARTE, DR K, NRK, YLE, VPRO, VISION MACHINE FILM PROJECT.

- GRAN PREMIO DELLA GIURIA, PREMIO FIPRESCI, MOUSE D'ORO, PREMIO FEDEORA COME MIGLIOR FILM EURO-MEDITERRANEO E PREMIO HUMAN RIGHTS NIGHTS ALLA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2014).

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2016 COME MIGLIOR DOCUMENTARIO.

- PRIMA USCITA IN ITALIA: 11 SETTEMBRE 2014.
CRITICA
"Di pura e algida bellezza formale, 'The Look of Silence' è una sorta di sequel del precedente documentario di Oppenheimer, il premiato e discusso (per gli eccessi di violenza mostrati) 'L'atto di uccidere' (2012), ma qui, a rimestare dolorosamente nel sangue di un passato che tutti conoscono e quasi tutti fingono di non conoscere, è il fratello di una vittima. Che forse dai carnefici cerca il balsamo del rimorso, trovando invece semplice conferma della mostruosa banalità del Male." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 29 agosto 2014)

"Oppenheimer filma con una raffinatezza formale che distoglie dall'orrore, e ci sono momenti di verità di commovente dolcezza." (Natalia Aspesi, 'La Repubblica', 11 settembre 2014)

"A Venezia non ha vinto il Leone d'Oro, ma il Gran Premio della Giuria. Sa Dio quanto il verdetto sia stato sofferto: non solo dagli spettatori, ma anche da un giurato d'eccezione come Tim Roth, che ha strappato il microfono e il protocollo per dire, nel non dire, che lui il Leone l'avrebbe dato a 'The Look of Silence'. C'è da capirlo, Mr. Orange, quel che è passato sugli schermi del Lido (...) è 'uno dei documentari più grandi e potenti che siano mai stati girati, un intenso commento alla condizione umana'. Virgolettato di Errol Morris, uno che di doc s'intende come pochi, e se avete visto il precedente 'The Act of Killing' potrete convenire agevolmente: Joshua Oppenheimer ha fatto per l'Indonesia, il cinema del reale e il cinema tout court come nessun'altro, con un passo doppio da antologia.' (...) Joshua (...) ci squaderna davanti le pagine sporche dell'agenda glocal, perché non le si possa continuare a ignorare. Non lo fa per stupire, ma per informare e formare: la sinestesia, lo sguardo del silenzio, qui non è figura retorica, ma umanista, umanissima. 'The Look of Silence' arriva nelle nostre sale grazie alla piccola I Wonder Pictures, legata al Biografilm Festival: onore al merito. Mentre gli altri distributori mettevano la testa nella sabbia, qualcuno guardava al Cinema." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 11 settembre 2014)

"Il documentario, candidato all'Oscar, mostra questi colloqui, lasciando senza fiato. Perché l'intervistatore non ha alcuna acredine verso quei vecchi. Pentiti? Neanche per idea." di Joshua Oppenheimer (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 28 gennaio 2016)