THE EDUKATORS

DIE FETTEN JAHRE SIND VORBEI

AUSTRIA 2004
Jan, Peter e Jule sono tre giovani ribelli uniti dal sogno utopistico di cambiare il mondo. Jan e Peter diventano "Gli Educatori", misteriosi attivisti non-violenti che penetrano nelle case dei ricchi per predicare la fine imminente dei giorni dell'abbondanza. Ma presto vengono travolti dal vortice degli eventi e si trovano a dover fare i conti con la realtà e con gli ideali del resto del mondo.
SCHEDA FILM

Regia: Hans Weingartner

Attori: Daniel Brühl - Jan, Julia Jentsch - Jule, Stipe Erceg - Peter, Burghart Klaussner - Hardenberg

Sceneggiatura: Katharina Held, Hans Weingartner

Fotografia: Daniela Knapp, Matthias Schellenberg

Musiche: Andreas Wodraschke

Montaggio: Andreas Wodraschke, Dirck Oetelshoven

Scenografia: Christian M. Goldbeck

Durata: 126

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: DVC PRO 50 GONFIATO A 35 MM (1:1.85)

Produzione: HANS WEINGARTNER E ANTONIN SVOBODA PER Y3 FILM, COOP 99, SWR, ARTE

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 57MO FESTIVAL DI CANNES (2004).
CRITICA
"Giovani e ribelli anche i ragazzi del paratelevisivo 'The Edukators' di Hans Weingartner. Due no global così anticonsumisti da penetrare nelle ville dei ricchi per mettere tutto a soqquadro, senza rubare nulla. Fin quando una di queste azioni dimostrative non finisce col sequestro del padrone di casa, cui fra l'altro la ragazza deve una cifra spropositata. Rovesciamento ironico: durante la prigionia sui monti, il bieco capitalista si rivelerà un ex-sessantottino, ancora pronto a rollare qualche canna, nonché un tipo assai interessante. Fino al non imprevedibile epilogo. Applausi e risate in sala, ma 'Le invasioni barbariche' era di un'altra caratura." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 maggio 2004)

"La sindrome di 'Jules et Jim' continua a seminare un sacco di contagi. Anche 'Gli educatori' di Hans Weingartner contiene due ragazzi in competizione per una ragazza. Ma questa è una commedia molto graffiante ai danni del dimenticato spirito del '68. (...) Un filmetto, ma si fanno due risate." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 18 maggio 2004)