Summer Palace

CINA 2006
SCHEDA FILM

Regia: Lou Ye

Attori: Hao Lei - Hong Yu, Guo Xiaodong - Wei Zhou, Lingling Hu - Ti Li, Zhang Xianmin (II) - Gu Ruo, Xueyun Bai - Wang Bo, Long Duan - Tang Caoshi, Lin Cui - Xiao Jun

Soggetto: Lou Ye

Sceneggiatura: Lou Ye

Fotografia: Qing Hua

Musiche: Peyman Yazdanian

Montaggio: Zeng Jian, Lou Ye

Scenografia: Liu Weixin

Costumi: Katja Kirn

Altri titoli:

Palais d'été

Durata: 140

Colore: C

Genere: DRAMMATICO ROMANTICO

Produzione: Dream Factory, Laurel Films, Flying Moon Filmproduktion, Rosem Films

NOTE
- IN CONCORSO AL 59MO FESTIVAL DI CANNES (2006).
CRITICA
"Fosse un film occidentale non sarebbe niente di nuovo. Invece 'Summer Palace' di Lou Ye in 140 minuti di cinema nervoso e moderno scandito dal diario off di Yu Hong racconta un po' tutto: piazza Tienanmen per la prima volta (anche se come nei film sul '68 di Bertolucci e Garrel la rivolta è un vortice che risucchia e sublima tormenti personali); e poi la Cina continentale e quella della diaspora; le migrazioni interne e quelle esterne (da Pechino a Berlino); gli ultimi sussulti del collettivismo e il nuovo disordine amoroso dovuto anche alle mode venute da Occidente, rock e liberazione sessuale in testa. Con immagini esplicite ma senza insistenze perché tutto, amplessi e masturbazione, discussioni ideologiche e aborti, rientra in un'unica tela romanzesca sapientemente intessuta di rime e rimandi (una ragazza cammina su un tetto a Pechino negli anni 80, ma sarà un'altra a buttarsi di sotto in un luogo e in un'epoca lontani...). Un bel film, aperto come le esistenze dei suoi personaggi, che colma anche un vuoto nel nostro immaginario." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 maggio 2006)

"In 'Summer Palace' di Lou Ye la rivolta giovanile è un semplice intermezzo in una serie di notazioni di vita studentesca, curiose e vivaci per il loro carattere di cosa vista. (...) Questa 'diseducazione sentimentale', intessuta di complicazioni fra le quali un aborto e il suicidio dell'amica del cuore, culmina in un tardivo incontro dopo che lui è rientrato da un lungo soggiorno a Berlino. A quel punto, però, la passione è ormai spenta e gli amanti guardano lei a sud e lui a nord come due personaggi di Antonioni; e noi ci chiediamo se valeva la pena di stargli dietro per due ore e mezza." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 19 maggio 2006)

"In 'Summer Palace', l'abile regista Lou Ye tesse una disinibita parabola amorosa sullo sfondo degli avvenimenti più censurati della storia recente del paese, dalla tragica rivolta di piazza Tienanmen alle forzate migrazioni interne, dagli ultimi diktat del collettivismo all'avvento autoritario del capitalismo di stato. (...) Troppo lungo, puntellato qua e là dal commento autobiografico fuori campo e sin troppo disinvolto nel piglio stilistico (debitore del Bertolucci di 'The Dreamers'), 'Summer Palace' merita comunque attenzione e rispetto perché allude a tematiche scottanti (amplessi, masturbazioni, aborti) senza insistenze voyeuristiche e riesce persino a dare spazio agli inevitabili dibattiti ideologici senza deviare dal sincero afflato romanzesco." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 19 maggio 2006)

"Lou Ye ha firmato un film che in Cina ha, e avrà, molti nemici: troppo sesso (e molto esplicito, cosa che nel cinema cinese è tabù), troppa politica, troppa Tian An Men. 'Summer Palace' non ha visto di censura, in patria, e difficilmente l'otterrà: condividerà il destino di molti film cinesi premiati ai festival e ignoti al pubblico di casa. Dopo questa premessa, sembrerà di cattivo gusto dire che il film è prolisso e che qualche taglio gli gioverebbe: ovviamente non parliamo di censura, ma di equilibri narrativi. In una struttura troppo disordinata, 'Summer Palace' ha comunque momenti bellissimi, e descrive una sorta di '68 cinese, una tenera fiammata di libertà che il regime di Pechino ha crudelmente represso." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 19 maggio 2006)