Suffragette

- Regia:
- Attori: - Maud, - Edith Ellyn, - Ispettore Arthur Steed, - Violet Miller, - Sonny Watts, - Emmeline Pankhurst, - Alice Haughton, - Hugh Ellyn, - Emily Wilding Davison, - Benedict Haughton, - Norman Taylor, - Walsop, - Lloyd George, - Sig. Cummings, - Sig. Baring, - Sig.ra Coleman, - Miss Samson, - Sig.ra Garston, - George, - Maggie, - Churchill, - Sig. Drayton, - Sig.ra Baxter
- Sceneggiatura: Abi Morgan
- Fotografia: Eduard Grau
- Musiche: Alexandre Desplat
- Montaggio: Barney Pilling
- Scenografia: Alice Normington
- Arredamento: Barbara Herman-Skelding
- Costumi: Jane Petrie
- Effetti: Mark Holt, Adam Gascoyne, Simon Hughes, Union Visual Effects
- Durata: 106'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Produzione: RUBY FILMS
- Distribuzione: BIM - CINEMA DI VALERIO DE PAOLIS (2016)
- Data uscita 3 Marzo 2016
TRAILER
RECENSIONE
Fino a qui tutto bene: “Vogliamo dare voce e potere a chi non ce l’ha, come tante donne ancora oggi nel mondo”. Parola e intento della sceneggiatrice Abi Morgan (The Iron Lady), che mette la sua penna femminista al servizio della regista Sarah Gavron: Suffragette, già apertura del London Film Festival e poi di Torino.
Primo sul tema, il film ci riporta nell’Inghilterra di inizio ‘900, dove monta la ribellione delle donne per la disparità di trattamento salariale rispetto agli uomini e la negazione del diritto di voto: al movimento femminista delle suffragette guidato dalla mitica Emily Pankhurst (Meryl Streep) finisce per unirsi Maud (Carey Mulligan), moglie, madre e lavoratrice sin dalla più tenera età in un lavatoio.
Nel cast anche Helena Bonham Carter, Brendan Gleeson, Anne-Marie Duff e Ben Whishaw, Suffragette è il classico film sospinto da nobilissime intenzioni – persino urgente e necessario nonostante il trapassato remoto – e sostenuto da un cast superbo, ma destinato a storcere gli occhi dei critici e degli spettatori: s’intende, quelli devoti al mezzo cinematografico, e non al mero megafono contenutistico.
Per farla breve, la regia non c’è: le Suffragette erano organizzate, Suffragette è spontaneistico.
NOTE
- FILM D'APERTURA AL 33. TORINO FILM FESTIVAL (2015).
CRITICA
"Le sei donne che hanno messo mano al film, pur dicendo sempre la verità storica, evitano gli atteggiamenti manichei ed enunciano tutto con molta obiettività. I fatti, del resto, sono quelli, e quelli sono i personaggi, inventati o reali, proposti sempre con stile e tramite immagini spesso dai colori nebbiosi che coincidono con quei climi londinesi in cui si riflette tutto il film. Lo sostengono interpreti di fama, quali le inglesi Carey Mulligan ed Helena Bonham Carter, e - regalata da Hollywood - la grande Meryl Streep, tutte convinte a gridare «voto alle donne!», ma con britannica misura." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 3 marzo 2016)
"Riscaldato da un cast espressivo e non banale, con la fiammata di 2 minuti di Meryl Streep (...) tutto come da copione. (...) II prototipo resta 'Pride'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 3 marzo 2016)
"Sarah Gavron per fare questo film ci ha messo diversi anni, insieme alla sceneggiatrice, Abi Morgan, ha lavorato sugli archivi, le lettere, i diari intimi e mai pubblicati di numerose donne come la protagonista con l'obiettivo di raccontare la vera storia delle suffragette distorta allora e di cui ancora oggi non si parla nelle scuole. (...) Nella tradizione del cinema inglese «impegnato» popolare, senza gli elementi disturbanti di un Ken Loach, 'Suffragette' si basa più sulla scrittura (e molto sul cast a cominciare da Carey Mulligan che dà vita con molta irruenza e sensibilità al personaggio di Maud Watts) che su la messinscena con la bella intuizione però di mettere al centro non una figura storica, la leader Pankhurs, ma una donna «comune», e la sua conquista di una nuova sicurezza, che ne racconta molte altre. «Ordinarie» come lei ma che hanno incarnato questa battaglia attraverso passaggi sottili, emozioni instabili, paure e angosce. Quelle di Maud Watts e quelle delle sue compagne, operaie come il personaggio di Anne-Marie Duff (...). O la farmacista di Helena Bonham Carter, determinata con coraggiosa ostinazione, che voleva essere medico e non ha potuto studiare perché il padre lo ha vietato. La loro lotta è tutta esterna, di sé queste donne parlano poco ma il film ci dice che la battaglia continua e non solo perché in Arabia saudita il diritto di voto le donne lo hanno ottenuto nel 2015." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 3 marzo 2016)
"Piacerà non solo alle femministe. Perché la regista è riuscita a evitare le trappole del film in costume (le suffragette in film hanno sempre sfiorato il ridicolo). Come? Mettendo in secondo piano la Pankhurst (personaggio nemmeno simpatico, impersonato dalla quasi mai simpatica Streep)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 3 marzo 2016)
"Dignitoso dramma in costume, che ripercorre la lunga battaglia delle femministe inglesi verso l'emancipazione. (...) L'espressiva Carey Mulligan guida la schiera delle coraggiose compatriote, lasciando le briciole alla tonante ma defilata Meryl Streep." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 3 marzo 2016)
"(...) un ritratto ben confezionato di eroina risvegliata dal movimento, la candida e tenace Maud della Mulligan (...). Opera corale, istruttiva, completa nel merito (dal sistema di emarginazione alla violenza istituzionale al sacrificio), è affidata a documenti storici approfonditi (diari, lettere). Richiama il cinema di coscienza civile anni 70." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 4 marzo 2016)