Suburra

- Regia:
- Attori: - Filippo Malgradi, - Sebastiano, - Samurai, - Numero 8, - Viola, - Sabrina, - Padre di Sebastiano, - Cardinal Berchet, - Manfredi Anacleti, - Spadino Anacleti,
- Soggetto: Giancarlo De Cataldo - (romanzo), Carlo Bonini - (romanzo), Sandro Petraglia, Stefano Rulli
- Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Giancarlo De Cataldo, Carlo Bonini
- Fotografia: Paolo Carnera
- Montaggio: Patrizio Marone
- Scenografia: Paki Meduri
- Costumi: Veronica Fragola
- Effetti: Stefano Marinoni, Visualogie
- Suono: Maricetta Lombardo
- Durata: 130'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Tratto da: romanzo "Suburra" di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini (ed. Einaudi)
- Produzione: RICCARDO TOZZI, GIOVANNI STABILINI, MARCO CHIMENZ PER CATTLEYA, LA CHAUVE SOURIS CON RAI CINEMA
- Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
- Data uscita 14 Ottobre 2015
TRAILER
RECENSIONE
Piove a Roma, diluvia biblico. Sette giorni, e poi l’Apocalisse: siamo tra 5 e 12 novembre 2011, si dimetterà Papa Ratzinger o Berlusconi? Si parte con il Papa, si finisce a Montecitorio, solo la pioggia rimane la stessa. E la Suburra, dove potere e criminalità si incontravano oltre duemila anni fa. E ora, e ancora.
Dal libro di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo, qui sceneggiatori con Rulli & Petraglia, è Suburra, regia di Stefano Sollima, in carnet le serie di Romanzo criminale e Gomorra, nonché il film ACAB. Nelle nostre sale e in streaming globale (o quasi) con Netflix, il fuoricampo è di Mafia Capitale, e le dimissioni diventano tre: le ultime di Marino, solo ieri.
Roma, Vaticano e Ostia, ovvero Roma una e trina: sul litorale si vuole speculare, ristorantihotelcasinò sul modello Las Vegas, e la torta da spartire tra malavita locale, Numero 8 (Alessandro Borghi, il migliore), zingari, Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi), e l’ultimo della Banda della Magliana, Samurai (Claudio Amendola, bravo), che rappresenta le famiglie del Sud, e riecheggia Carminati… Chi manca? Chi possa legiferare il progetto Waterfront, ovvero il deputato Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino, ruolo difficile, esiti medi): crack, sesso a tre prezzolato, e una minorenne che ci lascia la pelle. Malgradi è a bordo, ma quanti l’hanno in pugno, quanti vogliono un pezzo della torta?
Sollima, bontà sua, crede fermamente nel genere, nel gangster movie: finora, ha sbagliato solo ACAB, e difatti lì c’erano i celerini. Per levarsi il problema, in Suburra le forze dell’ordine non ci sono: polizia, carabinieri, nulla. Scherzi a parte, l’assenza delle “guardie”, ovviamente non imputabile a Sollima, si fa sentire assai: Samurai non ha un antagonista (il colonnello Malatesta del libro), e il film non guadagna un collage di prospettive criminali, piuttosto perde oltre al controcanto “morale” una ineludibile parte del tutto, che sia oppositiva o contigua o congruente vai a sapere. Roma dimezzata oppure Roma criminale e basta perché così è? Diremmo la prima.
Ed ecco il giudizio: la regia di Sollima e le prove degli interpreti sono superiori alla sceneggiatura, ovvero al lavoro di Rulli & Petraglia (Bonini e De Cataldo, par di capire, hanno subito). Sollima, che gli americani – siamo certi – ci ruberanno presto, non solo aderisce attivamente al genere, ma lo nobilita: la villa che si accende fluo, la fuga in suv (da dimenticare, al contrario, l’incidente automobilistico iniziale: gli effetti italiani non sono speciali, rassegniamoci), la sparatoria al centro commerciale e il close-up su occhio ceruleo e sangue, di chicche ne mette tante, sa girare come pochi, e senza, appunto, birignao autoriali.
Poi, gli interpreti. Di Borghi e il ritrovato Amendola abbiamo detto, ma aggettano bene dallo sfondo malavitoso anche i personaggi minori: non tanto la escort Sabrina (Giulia Elettra Gorietti) e la tossica Viola (Greta Scarano, bravina), quanto il Manfredi di Dionisi, brutto, sporco e cattivo come da copione e cronache, si direbbe, sui Casamonica. Brilla poco, viceversa, Elio Germano, nel ruolo di un PR intrallazzone nel mondo di mezzo: lo vestono male, gli danno un’identità, anche sessuale, incerta e sbiadita, laddove uno come lui meriterebbe di più.
Torniamo alla sceneggiatura. Al di là della fedeltà intermittente al libro, colpiscono negativamente alcuni dialoghi sballati, pleonasmi coatti (Malgradi che piscia sul balcone vista San Pietro) e facilitazioni indebite (Malgradi che fa i nomi alla escort): sia per architettura complessiva che per design interno, si poteva far meglio, eccome.
Ne viene, accanto all’ammirazione per un progetto glocal di respiro comunale e appeal internazionale (Urbi et Orbi), il rimpianto per un’occasione parzialmente persa: se tutto è Suburra, se tutto è mondo di mezzo, cos’è Suburra, cos’è il mondo di mezzo? Ovvero, genere e realtà possono convivere euristicamente e felicemente o per esaltare il primo va rimaneggiata la seconda? Appendice criminale.
NOTE
- CANDIDATO AI DAVID DI DONATELO 2016 PER: MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA (ALESSANDRO BORGHI, CANDIDATO ANCHE COME MIGLIOR PROTAGONISTA DI "NON ESSERE CATTIVO" DI CLAUDIO CALIGARI), AUTORE DELLA FOTOGRAFIA, SCENOGRAFO, MONTATORE ED EFFETTI DIGITALI.
PAKI MEDURI SAREBBE ENTRATO IN CINQUINA ANCHE PER IL FILM "ALASKA" DI CLAUDIO CUPELLINI, MA DA REGOLAMENTO VIENE CANDIDATO SOLO PER IL FILM PIÙ VOTATO.
- CANDIDATO AI GLOBI D'ORO 2016 PER: MIGLIORE ATTRICE (GRETA SCARANO) E FOTOGRAFIA.
- NASTRI D'ARGENTO 2016 PER: MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA (GRETA SCARANO) E SCENOGRAFIA (PAKI MEDURI ERA CANDIDATO ANCHE PER "ALASKA" DI CLAUDIO CUPELLINI). PREMIO 'GRAZIELLA BONACCHI' COME ATTORE RIVELAZIONE DELL'ANNO AD ALESSANDRO BORGHI (ANCHE PER "NON ESSERE CATTIVO" DI CLAUDIO CALIGARI). IL FILM ERA CANDIDATO ANCHE PER: REGISTA DEL MIGLIOR FILM, ATTORE PROTAGONISTA (PIERFRANCESCO FAVINO), ATTORE NON PROTAGONISTA (CLAUDIO AMENDOLA), COSTUMI E MONTAGGIO.
CRITICA
"(...) il western metropolitano di Stefano Sollima, dove una continua pioggia oppressiva lava via ogni speranza, arriva come sigillo di garanzia: marcio puro. È cronaca vera, tratta da verbali giudiziari, quindi dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini (...) Gli avvenimenti si susseguono «a imbuto», previa presentazione dei singoli personaggi, che poi formano quello che il commissario Ingravallo di gaddiana memoria chiamava «gnommero»: un pasticciaccio plausibile (...) questo noir che ricalca le atmosfere di 'Romanzo Criminale', condensa in 2 ore e 10 le 500 pagine del romanzo, liberamente tradito, e segna un robusto ritorno al cinema di genere. (...) Laici, o laidi, i personaggi di Suburra , ai tempi di Nerone quartiere postribolare, coincidente col Rione Monti, piacciono (...)." (Cinzia Romani, 'Il Giornale', 10 ottobre 2015)
"(...) un film corale, potente e inquietante che mescola cronaca e spettacolo." (Franco Montini, 'La Repubblica', 14 ottobre 2015)
"Non sembra neanche un film italiano tale è stata l'abilità nel girare le scene d'azione, la qualità delle immagini e il livello complessivo della recitazione 'Suburra', il nuovo lavoro con cui Stefano Sollima conferma il talento già dimostrato al cinema con 'Acab' e in televisione con le serie apprezzate anche all'estero 'Romanzo criminale' e 'Suburra'." (Daniele Cavalla, 'La Stampa', 19 ottobre 2015)