Su Re

- Regia:
- Attori: - Gesù, - Maria, - Caifa, - Pilato, - Giuda, - Pietro, - Giovanni, - Giuseppe di Arimatea, - Ladrone, - Ladrone
- Sceneggiatura: Giovanni Columbu, Michele Columbu
- Fotografia: Massimo Foletti, Uliano Lucas, Francisco Della Chiesa, Leone Orfeo
- Montaggio: Giovanni Columbu
- Scenografia: Sandro Asara
- Costumi: Stefania Grilli, Elisabetta Montaldo, Teatro Lirico di Cagliari - (collaborazione)
- Suono: Marco Fiumara - (presa diretta), Enrico Medri - (presa diretta), Andrea Sileo - (presa diretta), Elvio Melas - (presa diretta)
- Durata: 80'
- Colore: C
- Genere: RELIGIOSO
- Specifiche tecniche: 35 MM
- Tratto da: tratto dai Vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni
- Produzione: GIOVANNI COLUMBU PER LUCHES FILM IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA, CON IL CONTRIBUTO DELLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
- Distribuzione: SACHER DISTRIBUZIONE (2013) - DVD: CG HOME VIDEO (2013)
- Data uscita 21 Marzo 2013
TRAILER
RECENSIONE
Su Re (“Il Re”), ovvero il Cristo sardo di Giovanni Columbu. Tratto dai sinottici, è un quinto vangelo – parlato in sardo, sottotitolato in italiano – che abbraccia “un sogno, in cui gli accadimenti si ripropongono nella loro perdurante drammaticità e in una sequenza non lineare: proprio come nell’esperienza del ricordare rituale e collettivo che è la messa cristiana”.
Si pensa, ovvio, al Vangelo secondo Matteo di Pasolini, si ritrovano quadri e cori cinici da Ciprì e Maresco, soprattutto, si guarda alla pittura: Caravaggio, su tutti, per tagli di luce e fisiognomica degli interpreti. Seguendo la profezia di Isaia – “Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere” – Columbu affida Cristo a Fiorenzo Mattu, che non è bello, proprio no, ricorda un Bacchino tumefatto, con occhi e labbra da pesce palla. Basso, scuro e peloso: dimenticate l’iconografia zeffirelliana, il Cristo bello, biondo e agiografico, le fattezze da santino e i lunghi capelli lisci da pubblicità del Pantene.
No, qui il girardiano ritorno surrettizio del sacro passa dall’iconoclastia dell’immaginario eletto: cancellazione “violenta” di quel pregresso, cinematografico e non solo, che ha cancellato il sacro e aperto al suo ritorno immanente. Tra le pietre, il vento e la natura brulla dell’isola, Columbu fa implodere le calcificazioni del devozionismo e ritrova il sapere della violenza: Cristo soffre e sanguina, ci mancherebbe, ma la violenza è un’altra.
Dotta, informata e letteralmente appassionata, la potente, fascinosa rilettura di Su Re scarifica la parafrasi omogeneizzata delle Letture e ritrova il Cristo (s)fatto uomo, una nicciana pratica di vita, riportando sullo schermo la kenosis, il salvifico abbassamento di Dio al livello dell’uomo. E’ qui che riecheggia la recente esperienza mariana di Io sono con te di Guido Chiesa: la temperatura umana è la medesima, la prospettiva “dal basso”, la carne viva, Cristo e la Madonna due come noi. Più di noi.
NOTE
- IN CONCORSO AL 30. TORINO FILM FESTIVAL (2012).
CRITICA
"Non è facile da proporre al pubblico un film come 'Su Re', presentato al Torino Film Festival e che ora affronta le sale grazie all'etichetta distributiva della Sacher di Nanni Moretti. Gli episodi del martirio sono messi in scena in modo ellittico e in ordine non cronologico - ricorrendo alle differenti versioni dei quattro Vangeli sinottici - e sembrano succedersi nella memoria di Maria mentre veglia il corpo del figlio deposto nel sepolcro. Equidistante tanto dai kolossal estetizzanti di Hollywood o di Zeffirelli quanto dalle derive sadiche di Mel Gibson ('La passione di Cristo'), il film di Giovanni Columbu ricorda piuttosto il pasoliniano 'Vangelo secondo Matteo'. Tanto per intendersi; ma forse i paragoni non sono importanti. Quel che colpisce è che appare pervaso di profonda religiosità; dove la divinità di Cristo coincide col suo umanizzarsi, col suo divenire carne e sangue al di Ià di ogni 'santino' pronto per la devozione, cinematografica e no." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 marzo 2013)
"Film «breve ma intenso», come si usa dire: ultima cena, passione e crocifissione risolte in 80 minuti, sullo sfondo di paesaggi usciti dalla preistoria, con non-attori che si esprimono rigorosamente in sardo e declamano le battute dei Vangeli come se sputassero pietre. Film potente, impressionante. Film originale, non tanto per l'approccio alla materia quanto per alcune scelte di stile veramente estreme. A volte sarebbe bene non leggere le dichiarazioni d'intenti dei registi. Columbu afferma di aver avuto l'idea leggendo, in una chiesa di Roma, i passi dei Vangeli sinottici sulla Passione. «Provai nei giorni successivi a leggere il Vangelo trasversalmente, passando da un testo all'altro, e scoprii che il racconto assumeva un'imprevista forza drammatica... fu allora che pensai a un film sul Vangelo in cui le scene si ripetessero, quasi come nel Rashomon di Kurosawa». Non è un'idea originalissima, e per di più non «arriva» molto: il pianto della Madonna sul figlio morto fa da cornice, le altre scene sono evocate in flash-back senza che uno spettatore si domandi se quello è Luca o Marco o Matteo o Giovanni. La forza del film risiede altrove. Prima di tutto nelle facce, che sembrano uscite dai quadri fiamminghi di Bosch o di Bruegel. Poi nell'asprezza della lingua, talmente espressiva che i sottotitoli (per altro doverosi) quasi disturbano. Infine, per l'atteggiamento di coloro che assistono alla crocifissione (...). Gesù, per altro, è personaggio silenzioso, perso nel coro. Lo interpreta Fiorenzo Mattu: un non-attore, non bellissimo e lontano mille miglia dall'iconografia classica, sia quella da santino del Robert Powell di Zeffirelli e del Jim Caviezel di Gibson, sia quella «alternativa» e politicizzata dell'Enrique Irazoqui di Pasolini. La scelta di un Gesù così terragno viene comunque da lontano, dal libro di Isaia che per primo profetizza il suo arrivo: «Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere». Sono le prime parole che si sentono nel film. Altro elemento centrale, in 'Su re', è il paesaggio. Per certi versi è il vero protagonista. Columbu ha girato in luoghi impervi e rocciosi, e soprattutto ha ripreso nuvole e temporali da Giorno del Giudizio. Sembra che tutto si svolga durante una tempesta. E del resto, non è così?" (Alberto Crespi, 'L'Unità', 28 marzo 2013)
"Sostenuto e distribuito dalla Sacher di Moretti, 'Su Re' (II Re) è un quinto Vangelo parlato in sardo, che prende i sinottici e li trasla sull'isola con un'operazione medievale. E attualissima: quello del bravo regista Giovanni Columbu, è il surrettizio ritorno del sacro di René Girard, in cui la violenza delle immagini sfronda il devozionismo e sfonda l'agiografia. Cristo s'è rifatto uomo, con un'epifania di resurrezione da troppi santini pastorizzati: Film della Critica (SNCCI), 'Su Re' è low budget e high art (...)." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 28 marzo 2013)