STESSO SANGUE

ITALIA 1988
Un fratello ed una sorella rimasti orfani si associano ad un inglese e formano una gang di rapinatori, ma il loro futuro è il fallimento.
SCHEDA FILM

Regia: Egidio Eronico, Sandro Cecca

Attori: Alessandra Monti, Rick Hutton, Enrico Salvatore, Maria Fiore, Gianfranco Amoroso, Daniele Nuccetelli, Egidio Eronico, Paola Agosti

Soggetto: Sandro Cecca, Egidio Eronico

Sceneggiatura: Egidio Eronico, Sandro Cecca

Fotografia: Roberto Meddi

Montaggio: Anna Napoli

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: LIBRA FILM

Distribuzione: MONDADORI VIDEO

NOTE
- FILM D'ESORDIO PER I DUE AUTORI.
CRITICA
"La struttura narrativa, qua e là, è un po' esitante e certe figure di contorno si riducono spesso al rango di apparizioni troppo semplici, senza un collegamento veramente meditato con le due figure centrali, ma si accettano questi scompensi (ed anche altri, all'interno di una storia non sempre esattamente conseguente e conclusa) per l'ispirato rigore di stile con cui gli autori son riusciti a visualizzare i due temi del film scrivendo anche delle pagine sotto più aspetti addirittura esemplari. Fra tutte, merita che si citi proprio l'ultima, con quella vestizione del cadavere sulla spiaggia. Discende, come clima, dalle antiche tragedie, si apparenta, come modi, a certe impennate linguistiche dell'Antonioni dell''Eclisse' e anche di 'Deserto rosso'. Se è la firma degli autori, sono certo che li vedremo firmare in futuro delle opere di qualità sempre più egregie. Con il segno della poesia." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 13 Aprile 1989)

"Diciamolo subito: 'Stesso sangue' si adegua sfrontatamente ai canoni americani del cinema on the road che assomiglia il vivere a un perenne girovagare fra quinte violente e derelitte, dove ogni incontro è una pausa lungo la fuga. Pur citando con onestà 'Bonnie and Clyde', il film ricava tuttavia dal suo impianto iperrealista un che di allucinatorio proprio degli universi slabbrati e fatiscenti in cui i paesaggi industriali, i ruderi abbandonati, i silenzi della provincia, l'impassibilità stessa della natura rispecchiano il disfarsi delle coscienze. Mentre sarebbe inopportuno sovraccaricare di significati metaforici un racconto difettoso nei nessi, incerto fra il sentimentale e il grottesco, percorso da figure che soccombono al proprio valore simbolico, e recitato da attori per la maggior parte poco maturi, il film è chiaramente raggiunto nelle scenografie di Giuseppe Gaudino, inventate o trovate nel Basso Molise per dire il degrado planetario e fare da contrappunto al delirio del protagonista, allo sgomento della sorellina, all'eccentricità degli altri emarginati. 'Stesso sangue' è, per concludere, un film malfermo, ma i suoi autori vanno seguiti. Almeno finché cercano nelle immagini d'un vivere agro e balordo la chiave del loro disagio generazionale." (Giovanni Grazzini, 'Il Messaggero', 8 Aprile 1989)

"Gli scenari si materializzano come desertici miraggi, vuoti o troppo pieni, fabbriche-cattedrali, stazioni di rifornimento come in 'Ossessione' di Visconti, paesini annegati nell'angoscia. Di fronte ad un orizzonte mai afferrato, cercando un altro Egitto, i due fratelli di un altro pianeta, fermeranno la loro corsa impazzita e lucida. Lui muore come Dirk Bogarde in 'Morte a Venezia' e Dustin Hoffman in 'Un uomo da marciapiede', con un grido soffocato in gola, sudato e pallido, su di una sedia a sdraio, il mare delle discariche davanti agli occhi. Lei, la ragazza che sapeva troppo, lo lava, lo veste di nuovo e l'abbandona, conscia ed erede del destino. Ora tocca a lei. Splendidamente fotografato, scenografie lunari di Beppe Gaudino, musiche della Penguin Café Orchestra, 'Stesso sangue' chiude i conti con il passato e apre le porte ad uno dei pochi sentieri tracciabili dal nuovo cinema italiano: la poesia." ('Vivilcinema')