Stare fuori

ITALIA 2008
Rosalia e Eugenio, dopo anni di lutto inconsolabile per la perdita di un figlio, riescono a tornare alla normalità quando si stabilisce a casa loro Giulio, figlio di amici, arrivato dalla Sicilia a Roma nella speranza di ritrovare un suo amore che non riesce a dimenticare, Aurora, che si è trasferita lì, troncando il legame con lui. Giulio però nel tempo si rende conto che è quasi impossibile riuscire a ritrovarla in una città così grande e cade in un male di vivere peggiorato dall'uso di alcool e droghe. Rosalia per aiutarlo riesce anche a trovare un editore, Gabriele, che pubblichi il romanzo in cui lui ha raccontato la sua triste storia d'amore. Ma intanto Giulio ha rincontrato Aurora e l'ha trovata così diversa dai suoi sogni da determinare un epilogo doloroso per tutti.
SCHEDA FILM

Regia: Fabiomassimo Lozzi

Attori: Guia Jelo - Rosalia, Ivo Micioni - Giulio, Federico Pacifici - Eugenio, Nausica Benedettini - Aurora, Alessandro Riceci - Gabriele, Carlo Del Giudice, Dagmar Lassander

Soggetto: Fabiomassimo Lozzi

Sceneggiatura: Fabiomassimo Lozzi

Fotografia: Benjamin Nathaniel Minot

Musiche: Giordano Corapi

Montaggio: Francesco Biscuso

Scenografia: Ettore Guerrieri

Costumi: Francesca Sciuga

Suono: Matteo Orsini

Aiuto regia: Chantal Toesca

Altri titoli:

Left Out

Durata: 91

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: WORLD VIDEO PRODUCTION

Distribuzione: A.B. FILM DISTRIBUTORS

Data uscita: 2008-12-12

CRITICA
"Lozzi utilizza consapevolmente il registro del melodramma fiammeggiante, ispirandosi a modelli alti come Sirk o Fassbinder; e ancor più a Almodovar ma senza l'umorismo del regista della Mancha. Il film gioca le sue carte uscendone un po' malconcio. Guia Jelo, apprezzata in teatro e nota al pubblico televisivo ('Agrodolce') lasciata troppo a se stessa sovrarecita, come al cinema non si dovrebbe fare." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 dicembre 2008)

"Il linguaggio per un verso si tiene al concreto, con situazioni di sapore immediato, anche crudo, per un altro tende all'omerico, facendo procedere l'azione sulla spinta di occasioni cui - intenzionalmente - si negano riferimenti a fatti concreti. Con il gusto di una ambiguità che, in più punti, si fascia di note oscure, ostiche da decriptarsi. Suscitando reazioni perplesse specie quando nelle intenzioni un po' contorte dell'autore si fanno strada varie contraddizioni, narrative, soprattutto, ma anche stilistiche. Si torni pure al melodramma, ma rispettando la logica e la chiarezza. Fra gli interpreti cito in primo luogo Guia, Jelo, nel personaggio turbato e stravolto di Rosaria che prima in Giulio si immagina di aver ritrovato un figlio e poi cede a insane emozioni. Espresse con lacerante furore. Ivo Micioni ricrea con segni forti gli incubi di Giulio, Nausicaa Benedettini ci ripropone le due facce di Aurora." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 12 dicembre 2008)

"L'elemento più originale del film è, forse, proprio la messa in scena del delirio, che cresce via via con la fissità catatonica del protagonista, la smania esagitata della donna, la condiscendenza dell'ex amata o la disponibilità amorevole dell'editore. Nel punto in cui la follia si concretizza, il film dimostra di saper tenere insieme un certo clima di racconto." (Silvana Silvestri, 'Il Manifesto', 12 dicembre 2008)