SPY

THE LONG KISS GOODNIGHT

USA 1996
Samantha Caine fa l'insegnante nella scuola di una cittadina di provincia, e tutti sanno che soffre d'amnesia. Viene aiutata da Mick, detective privato in difficoltà, a ricercare il proprio passato. I due vengono a trovarsi nel bel mezzo di una cospirazione ordita da settori deviati del servizo segreto americano e da un famigerato trafficante d'armi. Così viene a galla che Samantha non è stata sempre la mamma semplice e tranquilla che si è sempre creduto. In passato si chiamava Charly Baltimore ed era un'agente segreto di alto livello coinvolta in affari poco puliti del governo. I ricordi lentamente riaffiorano, e Samantha deve ora convivere con Charly. Mick la aiuta a rimettere insieme i fatti vissuti anni prima, ma intanto il suo recupero di memoria viene segnalato, e la ragazza è fatta bersaglio di attentati, mentre il malvagio Timothy sta preparando un micidiale attentato di terrorismo urbano. Timothy rapisce la figlioletta di Charly, pensando così di poter ricattare la madre. Solo dopo molti pericoli e gravissimi rischi, Charly e Mick riescono a sventare la minaccia e a riportare la tranquillità.
SCHEDA FILM

Regia: Renny Harlin

Attori: Geena Davis - Samantha/'Charlie' Elizabeth Baltimorecaine, Samuel L. Jackson - Mitch Henessey, Yvonne Zima - Caitlin Caine, Craig Bierko - Timothy, Tom Amandes - Hal, Brian Cox - Nathan, Patrick Malahilde - Perkins, David Morse - Luke/Daedalus, Joseph McKenna - Jack One Eye, Melina Kanakaredes - Trin, Dan Warry-Smith - Raymond, Alan North - Earl

Soggetto: Shane Black

Sceneggiatura: Shane Black

Fotografia: Guillermo Navarro

Musiche: Alan Silvestri

Montaggio: William Goldenberg

Scenografia: Howard Cummings

Costumi: Michael Kaplan

Effetti: Allen Hall

Durata: 115

Colore: C

Genere: GROTTESCO

Produzione: NEW LINE CINEMA - FORGE - STEVE TISCH

Distribuzione: CECCHI GORI GROUP (1997) - CECCHI GORI HOME VIDEO

NOTE
REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1997.
CRITICA
"Contorto, frenetico e violento poliziesco, cosparso di neve, parolacce, umorismo nero e esplosioni infernali, dove il fragore della musica rock si accompagna a vistosi vuoti della sceneggiatura, eppure ha una sua innegabile tensione. La seducente giraffona Geena Davis, diretta dal marito (di allora), il finlandese Renny Herlin, prende più botte di Stallone e ne restituisce il triplo". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 30 gennaio 2003)

"Un groviglio di fatti, ma personaggi appena sbozzati, logiche elementari, intrighi nell'ombra che sanno di risaputo e di imitato male, con iperboli in certe azioni ed eventi spinti così violentemente al diapason che, a un certo momento, vien fatto di ritenere quello pseudo-thriller una beffa in cifre di commedia nera; anche qui, però, come per il paragone con 'Nikita', disilludendosi perché presto tutto finisce per pretendere invece di essere preso molto sul serio, perfino quella donna al centro che ci si propone come un duro in confronto del quale la pur decisa Nikita era una gentile mammoletta.
Qualcuno seguirà? Non oso mai smentirlo del tutto e comunque non è compito del critico. Per la cronaca, però, possono indicarsi dei momenti in cui ci si pongono degli interrogativi sul prima e il dopo della protagonista sfiorando un'ansia incuriosita, e altri momenti in cui, una volta che l'organizzazione ha scoperto in vita l'ex agente e decide di eliminarla, sorgono certe tensioni e la solita paura tende a farsi avanti. Ma bisogna essere di bocca buona, con un desiderio vivo di voler stare al gioco. In caso contrario si sbadiglia. La spy è Geena Davis incontrata certamente in occasioni migliori." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 13 dicembre 1997)

"Ha tutte le carte in regola per diventare un cult. Negli Usa ha fatto flop. Il titolo italiano è ridicolo. La storia mescola azione e commedia, rimembranze hitchcockiane e il genere Stallone-Schwarzenegger, ridicole situazioni-limite e spunti mélo. Humour involontario e gaffes di sceneggiatura come se piovesse. (...) Regia convulsa, circostanze paradossali, autoironia accattivante, imbarazzanti eccessi di ludica spettacolarità." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 16 dicembre 1997)

"Sceneggiato da Shane Black ('Arma letale'), 'Spy' (un bel modo per italianizzare il titolo originale 'The long kiss goodnight') comincia configurando un caso di schizofrenia: mentre prende coscienza della sua abilità di assassina professionista, la dolce e bruna insegnante si trasforma in un alter ego bionda e androgina, spietata e implacabile. Ma presto lo psico-thriller infila la strada del film d'azione mirabolante com'è nel gusto del regista Renny Harlin ('Cliffhanger'): con scene di torture, inseguimenti, esplosioni, salti nel vuoto, realizzati in un fuoco d'artificio di effetti speciali. Iperbolico alla James Bond, il risultato sarebbe anche divertente, però contrasta con certe maldestre ambizioni realistico-drammatiche del film. Ben coadiuvata dal bravo Jackson, a convincere è soprattutto Geena Davis che rifacendosi un po' alla sua interpretazione in 'Thelma & Louise' e un po' alla 'Nikita' di Anne Parillaud, incarna con grinta, spirito e plausibilità la maschia eroina." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 7 dicembre 1997)