SPIA E LASCIA SPIARE

SPY HARD

USA 1996
L'impavido, elegante, disinvolto Sex Defer, alias l'agente segreto 0014, ha lasciato la sua burrascosa attività dopo la prematura scomparsa dell'abile collega e compagna Victoria avvenuta durante un cruento scontro con il ribaldo Generale Rancor, suo acerrimo nemico. Dopo 15 anni Sex Defer viene richiamato al servizio attivo dal suo capo, il "mitico Direttore", in quanto il Generale Rancor (il pazzo megalomane che tutti ritenevano morto a seguito dell'esplosivo confronto avuto con Defer) è ancora vivo, malgrado abbia perso entrambe le braccia, ed è deciso a vendicarsi. Defer, venuto a conoscenza che Barbara Dahl, la figlia di Victoria, si trova a Los Angeles, giunto in questa città, dopo un incontro con Barbara, anche lei divenuta un agente segreto, approfitta per aggiornarsi sulle nuove tecnologie di difesa personale per affrontare la lotta contro il Generale Rancor. L'agente segreto 0014 viene affiancato da Veronique Ukrinsky, alias agente segreto 3.14, una donna bella e misteriosa: insieme i due evitano astutamente gli scherani del Generale Rancor, saltano da autoveicoli in corsa, schivano micidiali trappole esplosive e rendono vani i reiterati tentativi di rapimento con l'aiuto di Kabul, un collega agente travestito da tassista, noto per la singolarità dei mezzi utilizzati per la locomozione. Poi Defer penetra in un convento di suore canore e disinvolte, ma anche lì arrivano gli scherani del generale. Sex, mentre le suore tengono a bada i "cattivi" con un micidiale sbarramento a raffiche di mitra, fugge usando una lettiga. Dopo un "relax" romantico Sex, rinfrancato, riesce a raggiungere il covo del generale. Qui, tenuto prigioniero, c'è il professore russo Ukrinsky il quale ha perfezionato il "microchip", un componente ad alta tecnologia tale da consentire allo scellerato Rancor di conquistare il potere. Quando Defer viene scoperto, lo scontro è inevitabile e orrendo. Al lancio del temibile missile destinato a distruggere il mondo Defer e gli altri agenti tentano il "tutto" ma invano e Barbara viene "caricata" sul missile. Malgrado la "sicurezza" e l'efficienza" del sistema, è il generale che parte con il missile, il quale esplode in aria rinviando sulla terra il corpo del generale che, già privo di braccia, è ora anche senza testa.
SCHEDA FILM

Regia: Rick Friedberg

Attori: Stephanie Romanov - Victoria/Barbara Dahl, Carlos Lauchu - Slice, Leslie Nielsen - Sex Defer Agente 0014, Nicolette Sheridan - Veronique Agente 3.14, Charles Durning - Il Direttore, Barry Bostwick - Norman Coleman, Andy Griffith - Generale Rancor, Elya Bashin - Prof. Ukrinsky, Mason Gamble - Mccluckey, Marcia Gay Harden - Miss Cheevus, John Ales - Kabul

Soggetto: Aaron Seltzer, Jason Friedberg

Sceneggiatura: Dick Chudnow, Jason Friedberg, Rick Friedberg, Aaron Seltzer

Fotografia: John R. Leonetti

Musiche: Bill Conti

Montaggio: Eric A. Sears

Scenografia: William J. Creber

Durata: 78

Colore: C

Genere: COMICO

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: RICK FRIEDBERG, DOUG DRAIZIN E JEFFREY KONVITZ

Distribuzione: BUENA VISTA INTERNATIONAL ITALIA - HOLLYWWOD PICTURES HOME VIDEO

NOTE
REVISIONE MINISTERO SETTEMBRE 1996
CRITICA
Il trailer televisivo raccoglie le trovate più esilaranti di una parodia che mostra una vitalità intermittente e qualche lungaggine di troppo. Bisogna essere i fratelli Zucker per mantenere ad un livello genialmente demenziale la presa in giro, e il pubblicitario Rick Friedberg non sembra proprio possedere la spudoratezza necessaria. (L'Unità, Michele Anselmi, 24/8/96)
Il finale non risparmia l'apoteosi del modello americano. Nielsen si impegna al massimo - ma spesso gli ruba la scena un grande Charles Durning nel ruolo del capo della Cia - per cementare un film che alterna citazioni parodistiche godibili e stravolgimenti paradossali azzeccati a momenti di umorismo grossolano e situazioni sgangherate. E come parodia di Bond e del bondismo rimpiangiamo un po' i nostri Lando Buzzanca ("James Tont") e Franco Franchi e Ciccio Ingrassia ("Operazione Goldginger"). (Il Mattino, Alberto Castellano, 30/8/96)