SOLDATO BLU

SOLDIER BLUE

USA 1970
Rapita dal capo cheyenne Lupo Pezzato, Kathy, una giovane donna bianca, è liberata, dopo due anni trascorsi presso la tribu' indiana, da un drappello di soldati. Inseguiti dai cheyenne di Lupo Pezzato, i soldati vengono raggiunti e sterminati: alla strage scampano soltanto Kathy e il giovane Honus. Durante la lunga e avventurosa marcia verso il piu' vicino forte, Kathy e Honus finiscono con l'innamorarsi e la giovane, cui la lunga permanenza tra gli indiani è servita a comprenderne le ragioni e a valutare i torti dei bianchi, riesce a rendere partecipe di questo stato di cose anche il suo compagno. Allorchè, giunti i due al forte, uno squadrone di cavalleria è in procinto di mettersi in marcia per un assalto alla tribu' cheyenne, Kathy parte precipitosamente alla volta del campo indiano per avvertire la tribu' del pericolo che la minaccia. Nonostante un tentativo di parlamentare avanzato da Lupo Pezzato, lo squadrone muove alla carica, massacrando circa cinquecento indiani, piu' della metà dei quali sono donne e bambini. Honus, che ha avuto il coraggio di ribellarsi all'iniquo ordine dei suoi superiori, finisce in catene, mentre Kathy decide di dedicare la sua vita all'assistenza dei piccoli indiani sopravvissuti alla strage.
SCHEDA FILM

Regia: Ralph Nelson

Attori: Candice Bergen, Bob Carraway, Dana Elcar, James Hampton, Mort Mills, Aurora Clavel, Peter Strauss, Jorge Russek, Jorge Riviero, Donald Pleasence, Martin West, John Anderson

Sceneggiatura: John Gay

Fotografia: Robert B. Hauser

Musiche: Roy Budd

Montaggio: Alex Beaton

Scenografia: Frank Arrigo

Effetti: Herman E. Townsley

Durata: 115

Colore: C

Genere: WESTERN

Specifiche tecniche: PANAVISION TECHNICOLOR

Tratto da: ROMANZO "ARROW IN THE SUN" DI THEODORE V. OLSEN

Produzione: GABRIEL KATZKA HAROLD LOEB

Distribuzione: EURO - DOMOVIDEO, RICORDI VIDEO, DE AGOSTINI, BMG VIDEO, L'UNITA' VIDEO

CRITICA
"Rievocazione cruda e spettacolare di un oscuro episodio della storia americana, il film riesce a fondere efficacemente l'impianto tradizionale del genere western con un messaggio civile di grande attualità. Positivo nella sua denuncia dell'odio e delle aberrazioni razziste, il film si abbandona nella sua parte finale a un'illustrazione eccessivamente insistita e particolareggiata di violenze d'ogni genere." (Segnalazioni cinematografiche, vol. 70, 1971)