SENZA CIELO

ITALIA 1940
Alcuni esploratori italiani partono per il Mato Grosso alla ricerca di una spedizione precedente di cui, come già di altre, non si è saputa più notizia. Dopo molte peripezie drammatiche, che decimano la loro scorta e nelle quali periscono anche i loro compagni, tre di loro vengono accompagnati da alcuni individui in un villaggio misterioso, esistente nel centro della jungla e capeggiato da un bianco. E' costui un ex medico, colpevole di assassinio, il quale si è li rifugiato insieme ad una piccola bianca, che egli ha allevato e fatta sua compagna. E' lui che ha insidiato tutte le precedenti spedizioni ed anche quest'ultima. I tre bianchi, che si sentono prigionieri, riescono a fuggire anche perché la donna li protegge e, innamorata del loro capo, li segue.
SCHEDA FILM

Regia: Alfredo Guarini

Attori: Isa Miranda - Regina, Fosco Giachetti - Mario Riccardi, Andrea Checchi - Piero Franci, Gustav Diessl - Dott. Martin, Carlo Romano - Roberto Giannini, Primo Carnera - Padovan, Danilo Calamai - Pablo, Leni Vecellio - Agar, Saro Urzì - Portatore, Luigi A. Garrone - L'Oste Sanden, Dario Taron - Mokar, Anna Berni - Indigena, Umberto Spadaro, Renato Gabrielli, Amedeo Trilli - Xago, Adriano Vitale, Angelo Bassanelli

Soggetto: Alfredo Guarini, Mino Doletti

Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Piero Tellini, Vincenzo Talarico, Ercole Patti, Sandro De Feo, Ugo Betti, Alfredo Guarini

Fotografia: Václav Vích

Musiche: Alessandro Cicognini

Montaggio: Gabriele Varriale

Scenografia: Boris Bilinsky

Durata: 88

Colore: B/N

Genere: DRAMMATICO

Tratto da: DA UN TESTO ORIGINALE DI MINO DOLETTI

Produzione: ALFREDO GUARINI PER L'ARTISTI ASSOCIATI - CONTINENTALCINE

Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI

NOTE
- FILM REALIZZATO A CINECITTA'. IL TITOLO DI LAVORAZIONE ERA "LA DEA BIANCA".

- LA SCENEGGIATURA ERA FIRMATA DAGLI 'AUTORI ASSOCIATI' CIOE': ZAVATTINI, BETTI, PATTI, TALARICO, DE FEO, TELLINI, GUARINI.
CRITICA
"...La foresta di 'Senza cielo' è senza dubbio un bel pezzo di cinematografo, e ne va data lode a Guarini che affrontava per la prima volta i pericoli della regia, e soprattutto di una simile regia. Lo scenografo Bilinsky ha ricostruito a Cinecittà una giungla vaporosa e terribile non inferiore a nessuna ricostruzione americana, e nella prima parte c'è un desolato villaggio di baracche popolato da enigmatici indiani che sembra un pezzo, vivissimo, di un documentario...." (Vice,[Luig Comencini, "Tempo", n.80, 5/12/1940]