Royal Affair

En Kongelig Affære

4/5
Il solito triangolo a corte? Macché, il danese Nikolaj Arcel firma un film king size!

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GERMANIA 2012
Danimarca, 1770. L'avvincente storia di Johan Struensee: un medico idealista che grazie alla sua influenza sul sovrano Christian II riuscirà a far passare una serie di riforme audaci per garantire la libertà del popolo; ma soprattutto, è la storia del suo amore appassionato e proibito per la regina Caroline Mathilda, che ha cambiato un'intera nazione.
SCHEDA FILM

Regia: Nikolaj Arcel

Attori: Alicia Vikander - Caroline Mathilde, Mads Mikkelsen - Johan Struensee, Mikkel Boe Følsgaard - Christian VII, Trine Dyrholm - Juliane Marie, David Dencik - Guldberg, Thomas Gabrielsson - Grev Rantzau, Cyron Bjørn Melville - Enevold Brandt, Bent Mejding - Bernstorff, Harriet Walter - Augusta, Principessa del Galles, Laura Bro - Von Plessen, Søren Malling - Hartmann

Sceneggiatura: Nikolaj Arcel, Rasmus Heisterberg

Fotografia: Rasmus Videbaek

Musiche: Gabriel Yared, Cyrille Aufort

Montaggio: Mikkel E.G. Nielsen, Kaspar Leick

Scenografia: Niels Sejer

Costumi: Manon Rasmussen

Altri titoli:

A Royal Affair

Die Königin und der Leibarzt

En Kongelig Affaere

Durata: 128

Colore: C

Genere: DRAMMATICO STORICO ROMANTICO

Specifiche tecniche: 35 MM, DCP

Produzione: ZENTROPA ENTERTAINMENTS, IN ASSOCIAZIONE CON DR, FILM I VÄSTWEST, SVERIGES TELEVISION, SIRENA FILM PRAGUE, WEST DANISH FILM FUND

Distribuzione: ACADEMY TWO (2013)

Data uscita: 2013-08-29

TRAILER
NOTE
- TRA I PRODUTTORI ESECUTIVI FIGURA ANCHE LARS VON TRIER. IL FILM E' STATO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON: THE DANISH FILM INSTITUTE 60/40 SCHEME, EURIMAGES, SVENSKA FILMINSTITUTET, NORDISK FILM & TV FOND, STATNI FOND CESKE REPUBLIKY PRO PODPORU A ROZVOJ CESKE KINEMATOGRAFIE E MITTELDEUTSCHE MEDIENFORDDERUNG; CON IL SUPPORTO DI: MEDIA PROGRAMME OF THE EUROPEAN UNION. HA INOLTRE OTTENUTO IL PATROCINIO DELL'AMBASCIATA DANESE IN ITALIA.

- ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA E A MIKKEL BOE FØLSGAARD COME MIGLIOR ATTORE AL 62. FESTIVAL DI BERLINO (2012).

- CANDIDATO ALL'OSCAR 2013 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"Da una storia vera, scrive e dirige Nikolaj Arcel, danese, classe 1972: questo suo quarto film, 'Royal Affair', è stato candidato agli Oscar e ha vinto due premi a Berlino 2012. II merito è cristallino: svecchiare le solite relazioni pericolose a corte, incaricando grandi attori dell'universalità, ovvero di incarnare ideali, aneliti e moti d'animo senza data di scadenza e parrucconi. I romantici tireranno fuori il fazzoletto, gli illuministi un sospiro, i barricaderi il resto: c'è del (grande) cinema in Danimarca." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 29 agosto 2013)

"Piacerà agli appassionati ovviamente del bel romanzone storico. Un genere non troppo frequentato ormai dal cinema, ma seguitissimo in TV (i maxi successi dei 'Tudor', dei 'Borgia', e del 'Trono di spade'). 'Royal Affair', prodotto da Lars von Trier e diretto da uno dei registi di 'Millennium', è gran melodramma in ogni reparto. Azzeccati i dialoghi, la pedalata drammatica (l'irresistibile ascesa di Struensee è una corsa inarrestabile verso l'abisso). Azzeccato il trio d'attori. Mads Mikkelsen ('II sospetto') è ormai l'attore numero uno di Scandinavia (ha il destino tremendo di Struensee negli occhi fin dalle prime sequenze). Alicia Wikander parte come bella bambolotta ma convince nella seconda parte come donna di testa forte. E Mikkel Boe Følsgaard è una rivelazione. Non era facile rendere i soprassalti di dignità e lucidità che per qualche momento fanno vedere l'uomo dietro il bambino crudele e lunatico. Soprattutto 'Royal Affair' manderà a casa contenti (è successo all'ultimo festival di Berlino) anche gli spettatori di qualche esigenza, quelli che pretendono un dramma storico convincente e non la solita tela di fondo di maniera. La Danimarca del film di Nikolai Arcel è una terra sospesa tra Medioevo ed età moderna. Spirano già i venti della rivoluzione, ma gli oligarchi rimangono attaccati ai privilegi. Nel 1765 il medico tedesco che recava con sé l'impeto rivoluzionario del terzo stato non era solo un nemico da abbattere, ma una bestemmia da cancellare." (Giorgio Carbone, 'Libero', 29 agosto 2013)