Romeo e Giulietta

ITALIA 2015
Un moderno adattamento della celebre tragedia di William Shakespeare ambientato in un campo Rom situato nella Capitale, nella zona di Tor de' Cenci. È qui che vivono Nino e Mary, due ragazzi di sedici anni che appartengono realmente a due famiglie rivali che vogliono impedir loro di recitare insieme. Questa è la storia del tentativo di mettere in scena "Romeo e Giulietta" in un luogo in cui le dinamiche raccontate dal bardo hanno ancora una loro assurda attualità.
SCHEDA FILM

Regia: Massimo Coppola

Attori: Nino Smith, Mary Monrovich, Hasib Omerovic, Valerio Mastandrea, Massimo Coppola

Sceneggiatura: Massimo Coppola

Fotografia: Daria D'Antonio

Montaggio: Latino Pellegrini

Durata: 56

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: FRANCESCA CIMA, NICOLA GIULIANO, MASSIMO COPPOLA PER INDIGO FILM, STANDARD FILMS

NOTE
- FUORI CONCORSO AL 68. FESTIVAL DI LOCARNO (2015).
CRITICA
"Al sincero Valerio Mastandrea il Romeo, inteso con il Dna scespiriano, è sempre stato un po' sulle scatole (...), 20 anni dopo, ritrova il teenager veronese (per i vecchi è Giannini o Whiting, ma per i giovani Di Caprio), nel film di Massimo Coppola titolato proprio 'Romeo e Giulietta', applaudito fuori concorso nell'assolato Festival di Locarno in alternativa agli americani Edward Norton e a Meryl Streep versione rock. I nuovi eroi della tragedia ampiamente riveduta e corretta ma non snaturata, sono Nino Smith e Mary Monmvich e sono due ragazzi rom che vivono nel campo nomadi di Tor de' Cenci a Roma. Mastandrea nel film deve scegliere, lavorare, istruire i nuovi immortali amanti, giovanissimi come voleva l'autore ma impreparati a tutto (...)." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 6 agosto 2015)

"Storia semplice girata nel campo rom di Tor de' Cenci, a Roma. Lì arriva il regista con troupe al seguito intenzionato a mettere in scena la tragedia scespiriana facendola interpretare ai giovani dell'insediamento. E allora ecco i provini, buffi, zoppicanti, improbabili, maldestri, solo un ragazzino di undici anni sembra essere perfetto per fare l'attore, ma per lui non c'è posto nella messinscena, meglio lasciarlo andare a briglia sciolta con la sua inarrestabile verve guascona, piazzandogli una telecamera in testa e permettendogli di fare irruzione ogni tanto. Poi i giochi sembrano quasi fatti, Nino dovrebbe essere Romeo, Mary invece sarà Giulietta. I due sono dell'età giusta e sanno poco di quanto ha scritto Shakespeare, però afferrano il concetto. Solo che le rivalità famigliari sono ben installate nel campo, quindi cominciano a circolare voci, dicerie, pettegolezzi di baci rubati che rischiano di minare tutto il lavoro. Limare le asperità e le contraddizioni non è semplice e non tutti lo vogliono. C'è poi l'aspetto tecnico, cui porta il suo personale contributo Valerio Mastandrea, sempre magnifico e generoso, seduto a un tavolino dà lezioni di recitazione e soprattutto di improvvisazione a un giovane interprete. Ma in quel contesto suona difficile distinguere rappresentazione e realtà, a volte le cose si intrecciano e si aggrovigliano. Segno che il bardo, in fondo, non si era inventato nulla. Ma segno anche che si è sempre costretti a fare i conti con i pregiudizi, che non sono buoni consiglieri." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 6 agosto 2015)