Requiem

GERMANIA 2006
Baviera, anni '70. Michaela Klinger, cresciuta in una famiglia profondamente cattolica, ha sofferto fin da piccola di epilessia, ma nel tempo è riuscita a tenere a bada le crisi con l'aiuto della medicina. All'età di 21 anni, la ragazza, sostenuta dal padre, ma con molte riserve da parte di sua madre, decide di andare a studiare all'università di Tübingen. All'inizio tutto sembra andare bene, Michaela conosce nuovi amici e sembra essersi lasciata alle spalle le sue origini e il suo passato. Tuttavia, pochi mesi dopo il trasferimento, le crisi a lungo scomparse si riaffacciano con una frequenza sempre più ravvicinata e duratura. Poiché la medicina sembra non sortire alcun effetto, Michaela, convinta di essere perseguitata da alcune voci interiori e credendo di essere posseduta da un demone, decide di rivolgersi a padre Landauer, il sacerdote del suo paese. Dopo una serie di colloqui e riunioni di preghiera, la ragazza decide di sottoporsi alla pratica dell'esorcismo...
SCHEDA FILM

Regia: Hans-Christian Schmid

Attori: Sandra Hüller - Michaela Klingler, Burghart Klaussner - Karl Klingler, Imogen Kogge - Marianne Klingler, Friederike Adolph - Helga Klingler, Anna Blomeier - Hanna Imhof, Nicholas Reinke - Stefan Weiser, Jens Harzer - Martin Borchert, Walter Schmidinger - Gerhard Landauer, Irene Kugler - Kramer, Johann Adam Oest - Professor Schneider, Eva Löbau - Infermiera

Sceneggiatura: Bernd Lange

Fotografia: Bogumil Godfrejów

Montaggio: Hansjörg Weissbrich, Bernd Schlegel

Scenografia: Christian M. Goldbeck

Costumi: Bettina Marx

Effetti: Lutz Lemke

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, CINEMASCOPE

Produzione: 23/5 FILMPRODUKTION GMBH, BAYERISCHER RUNDFUNK, SUDWESTRUNDFUNK, WESTDEUTSCHER RUNDFUNK, ARTE

Distribuzione: LUCKY RED

Data uscita: 2006-11-24

NOTE
- ORSO D'ARGENTO PER LA MIGLIOR ATTRICE (SANDRA HULLER) AL 56MO FESTIVAL DI BERLINO (2006).

- BASATA SU UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA NEL 1976 A MILTENBERG, IN GERMANIA, AD UNA STUDENTESSA DI 23 ANNI, ANNELIESE MICHEL, MORTA DI FAME DOPO UN ESORCISMO.
CRITICA
"Premiato a Berlino per la grande interpretazione di Sandra Hüller, 'Requiem' è la classica profezia che si autoavvera. Dietro ha una storia accaduta nei primi anni 70, reinventata però con la libertà del miglior cinema. Libertà e verità: perché un film non deve ricostruire i fatti ma mostrare la necessità del loro accadere, esplorare con i mezzi della finzione la verità profonda di un conflitto. In questo senso 'Requiem' è esemplare. Visto il tema era facile cadere nel didattico o nel grand guignol. Mentre Schmid e la sua prodigiosa attrice danno il giusto peso a tutte le forze in campo. L'arretratezza del mondo rurale, l'inerzia delle radici, il conflitto fra la fisicità che si esprime nella fede (la pedalata iniziale per giungere al santuario è un grande incipit) e quella, ingovernabile dunque temibile, scatenata dai primi amori... Trent'anni fa tutto questo poteva suonare perfino scontato. Oggi invece il pendolo della Storia, e l'osceno rigurgito di fanatismo religioso, rendono 'Requiem' sorprendente e tragicamente attuale. Ragione di più per non perderlo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 24 novembre 2006)

"E' la stessa storia di ipocrisia, paura, ignoranza narrata da 'The exorcism of Emily Rose', la storia più o meno vera di una ragazza tedesca di 21 anni epilettica, devota a santa Caterina, piena di complessi, che dopo aver provato un assaggio di libertà all'università di Tubinga, dove si farà un'amica e un flirt, morirà nel '76 per un micidiale cocktail psicosomatico di terrore, digiuni ed esorcismi. Il film americano era una variazione sui temi del paranormale, questo di Hans-Christian Schmid fa molta più paura perché parte dall'osservazione patologica e reale d'una famiglia nella cattolica Germania del Sud, con madre devota e ossessiva, causa di tragedie. La ragazza, resa benissimo, con sfumata consapevolezza, da Sandra Huller, attrice di teatro premiata a Berlino, è una delle martiri senza nome dell'inadeguatezza dei tempi, ma il regista, pur senza brillare in idee narrative, preferisce l'horror di Freud a quello del diavolo." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera, 24 novembre 2006)