Rec

Venezia Notte al via con Balaguerò e Paco Plaza. Divertente senza troppa originalità il loro horror claustrofobico

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SPAGNA 2007
Ángela, una giovane reporter televisiva alla ricerca di uno scoop, si reca immediatamente con il suo cameraman sul luogo di intervento dei pompieri chiamati ad aiutare un'anziana signora rimasta intrappolata nella sua casa. Per la giornalista sembra finalmente presentarsi la storia sensazionale che aspettava ma, quando inizia ad intervistare i vicini della signora, si rende conto di essere di fronte ad un racconto del terrore...
SCHEDA FILM

Regia: Jaume Balagueró, Paco Plaza

Attori: Manuela Velasco - Ángela, Ferran Terraza - Manu, Jorge Serrano - Sergio, Pablo Rosso - Marcos, David Vert - Álex, Carlos Vicente - Guillem, Martha Carbonell - Sig.ra Izquierdo, María Teresa Ortega - Nonna, Manuel Bronchud - Nonno, Vicente Gil - Poliziotto

Sceneggiatura: Jaume Balagueró, Paco Plaza, Luis Berdejo

Fotografia: Pablo Rosso

Musiche: Carlos Ann

Montaggio: David Gallart

Scenografia: Gemma Fauría

Costumi: Glòria Viguer

Effetti: Álex Villagrasa, Enric Masip, David Ambit

Suono: Xavi Mas

Durata: 85

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: DIGITALE, 35MM (1:1.85)

Produzione: JULIO FERNANDEZ, CARLOS FERNANDEZ, ALBERTO MARINI PER FILMAX

Distribuzione: MEDIAFILM (2008), DVD E BLU-RAY: MEDIAFILM HOME ENTERTAINMENT (2008)

Data uscita: 2008-02-29

TRAILER
NOTE
- PRESENTATO FUORI CONCORSO ALLA 64.MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2007) NELLA SEZIONE
'VENEZIA NOTTE'.
CRITICA
Dalle note di regia: "Volevamo trovare la chiave per ricostruire un'esperienza terrificante, da incubo, nel modo più credibile possibile, al punto da riuscire a coinvolgere lo spettatore più di quanto fosse mai accaduto nel cinema tradizionale. Per questa ragione abbiamo scelto di narrare la storia come si fa per un servizio televisivo, riprendendo l'orrore in tempo reale, senza tagli né manipolazioni. L'idea era di evitare il ricorso alle tecniche di suspense e di narrazione generalmente utilizzate lasciando che l'azione si svolgesse davanti a noi in modo tangibile, inarrestabile, vero e reale. Abbiamo deciso, pertanto, di mettere sulla scena, dal vivo, il terrore e le sue componenti, e di lasciare che si esprimessero senza nessun intervento esterno. Abbiamo così ricreato, artificialmente, una situazione di estremo orrore, e abbiamo lasciato che si sviluppasse. A questo punto rimaneva solo da riprendere la scena, per testimoniare il fatto che eravamo anche noi parte di quell'orrore di cui eravamo artefici e che, per nostra fortuna, avevamo sconfitto per poterlo raccontare."

"In 'Rec', Jaume Balaguerò, qui affiancato dal più giovane Paco Plaza conferma le sue doti di maestro spagnolo della paura di cui ci aveva già dato ampi saggi con i precedenti 'Nameless' e soprattutto con 'Para entrar a vivir'. Siamo dalle parti di un reality show dal titolo 'Mientras Usted Duermes', in cui una giovane giornalista segue con il suo cameraman ogni notte una pattuglia dei pompieri per andare a documentare quotidiane disgrazie di città. (...) La ricetta vincente di Balaguerò, che ha fatto del suo cinema una formula campione di incassi in Spagna, sostenuta dalla produzione indipendente Filmax, è quella di accostare l'orrore alla quotidianità più stretta. 'L'horror della porta accanto' lo ribattezza Paco Plaza, quello che si può scatenare non in occasioni eccezionali, ma qui e ora, proprio nel tuo condominio, magari proprio nella tua casa. Strettamente digitale, montaggio minimo di lunghissimi piani sequenza, 'Rec' fa letteralmente sudare freddo. Proprio quello che ci voleva, dopo le disgrazie d'amore. Il cinema, a Venezia, quest'anno inizia da qui, da lacrime e urla." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 30 agosto 2007)

"Fa meglio del suo solito Jaume Balguerò. Specialista di cinema horror, lo spagnolo ha diretto a due mani col collega Paco Plaza un truculento splatter dal titolo 'Rec'. Il soggetto è una declinazione di quello, eterno, della 'Notte dei morti viventi', mentre lo stile viene da 'Blair Witch Project'. Chi sorvola sull'improbabilità di un cameraman più dedito al lavoro che spaventato dai cannibali, sarà ripagato con qualche brivido di raccapriccio." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 30 agossto 2007)

"Gli zombi del 2000? I media. Prima fra tutti la televisione che cannibalizza la realtà, la manipola, la rende finzione e viceversa, come un virus che si diffonde incontrastato, come un incubo senza fìne. Un vero film horror, insomma. E' 'Rec' la prima sorpresa 'da paura' che ieri ha inaugurato fuori concorso la sezione Venezia notte, ospitando questo horror spagnolo firmato in coppia da due giovani autori di culto per gli appassionati del genere: Jaume Balaguerò, già noto al pubblico della Mostra per i precedenti 'Fragile' e 'Para entrar a vivir', e Paco Plaza anche lui molto amato e premiato in patria." (Gabriella Gallozzi, 'L'Unità', 30 agosto 2007)

"Riprendendo la struttura narrativa del grande successo horror del decennio scorso, 'The Blair Witch Project', gli spagnoli Jaume Balaguerò e Paco Plaza, già di culto tra gli amanti del genere, mettono assieme una paella veloce ma sostanziosa, che in un'ora e un quarto mescola sullo stesso pentolone la critiche sull'onnipresenza dei media (e la giovane Manuela Velasco è notevolissima nella parte della giornalista che passa dai problemi della messa in piega allo splatter), delle belle scene di tensione e paura, e poi, sempre in nome di una Spagna libera ed evoluta, questa finale sferzata anti-religiosa che suona tanto come un rigurgito ancora rimasto lì dal recente passato iberico. Certo, il fatto stesso che si possano mescolare zombi e preti nello stesso film - e non in tono di commedia - dimostra che di strada se ne è fatta comunque parecchia, ma il merito di questo 'Rec' comunque rimane nella sua fattura convincente, anche se come si è detto fortemente derivativa e non certo originale. E Cinema 2.0, ma non per questo non deve far paura, o far pensare." (M.B., 'Il Riformista', 1 settembre 2007)

"Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate. Avvertimento d'obbligo per gli spettatori di 'Rec', horror angusto e demoniaco dalle marcate venature antisistema. (...) L'occhio del cinema si affida beffardamente alla testimonianza di quello della televisione. La paura mangia l'anima dei partecipanti partendo dal pregiudizio di livorose dispute del quotidiano: i sospetti verso la famigliola cinese, l'omosessuale furbetto, il malato di turno, tutti ripresi in mezzo al trambusto con morbosità dal cameraman. Con un codino ironicamente anticlericale dove l'improvvida chiesa cattolica a suo modo l'ha combinata grossa. Un film che fa tanta, troppa, insostenibile paura.." (Davide Turrini, 'Liberazione', 29 febbraio 2008)