QUESTI RAGAZZI

ITALIA 1937
Destinati fin da bambini al matrimonio, due giovani giungono al giorno delle nozze per comprendere definitivamente di non essere fatti l'uno per l'altro. Interrompono allora l'iniziato viaggio nuziale per recarsi dalla loro autoritaria zia, che li ha costretti a quest'unione. Ma l'affettuosa accoglienza della zia e la sua autorità impediscono ai due giovani di confessarle i reciproci sentimenti e di chiedere quell'aiuto, per una domanda di annullamento, che essi sono venuti a sollecitare. La permanenza in casa della zia, che ha un idillio, tanto maturo quanto commovente, con il medico della città e la gelosia che viene suscitata nel cuore del marito per la corte di un dongiovanni locale verso la consorte, finiscono per creare tra i due quel mutuo, reciproco affetto che li convince a riprendere l'interrotto viaggio di nozze.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Mattoli

Attori: Fernando Simbolotti, Carlo Ranieri, Franco Putignano, Maria Polese, Annamaria Pauli, Massimo Morosini, Renzo Brunori, Anna Valpreda, Vittorio De Sica - Vincenzo, Adele Garavaglia - Ninetta, Armando Migliari - Il Dottor Andrea, Checco Rissone, Giuditta Rissone - Zia Lucia, Paola Barbara - Giovanna, Yvonne Sandner, Annette Ciarli, Enrico Viarisio - Giangiacomo Pastori

Soggetto: Gherardo Gherardi

Sceneggiatura: Mario Mattoli, Aldo De Benedetti

Fotografia: Arturo Gallea

Musiche: Vittorio Mascheroni, Giovanni Fusco, Umberto Mancini

Montaggio: Giuseppe Fatigati

Scenografia: Gastone Medin

Durata: 70

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: TRATTO DALLA COMMEDIA OMONIMA DI GHERARDO GHERARDI

Produzione: LUCIANO DORIA PER ROMULUS-LUPA

Distribuzione: MINERVA FILM (PRIMA DISTR.: ZEUS)

NOTE
SUONO: BORIS MULLER
AIUTO REGISTA: PAOLO MOFFA
GIRATO NEGLI STABILIMENTI DI TIRRENIA - (METRI 1906).
CRITICA
"E' il destino dei successi teatrali, (...) di non poter aspirare ad essere dei successi cinematografici. (...) La sentimentale ironia e il dolce filosofare in sordina dei personaggi, che facevano il pregio della commedia, nel film sono andati quasi perduti (...). La regia di Mattoli è un po' stanca e la recitazione pure: De Sica è il migliore (...). (S. De Feo, "Il Messaggero", 6/3/1937)