Quel giorno d'estate
Amanda

- Regia:
- Attori: - David Sorel, - Amanda, - Léna, - Sandrine Sorel, - Maud Sorel, - Axel, - Alison, - Raja, - La direttrice della Maison des Enfants, - Lydia, - Eve, la madre di Léna, - L'assistente sociale
- Sceneggiatura: Mikhaël Hers, Maud Ameline
- Fotografia: Sébastien Buchmann
- Musiche: Anton Sanko
- Montaggio: Marion Monnier
- Scenografia: Charlotte de Cadeville
- Costumi: Caroline Spieth
- Suono: Dimitri Haulet - (mixer), Vincent Vatoux, Daniel Sobrino
- Durata: 107'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Produzione: PIERRE GUYARD, CHRISTOPHE ROSSIGNON, PHILIP BOËFFARD PER NORD-OUEST FILMS, OLIVIER PÈRE, RÉMI BURAH PER ARTE FRANCE CINÉMA
- Distribuzione: OFFICINE UBU (2019)
- Data uscita 30 Maggio 2019
TRAILER
RECENSIONE
Amanda è poco più che una bambina, eppure già costretta a confrontarsi con l’immenso dolore causato dalla perdita della madre. Sola, può contare sull’unico affetto che le resta, uno zio ancora troppo immerso nella ricerca di se stesso per farsi carico della nipote. Ma è ciò che chiede la dura realtà.
Due figure diversamente segnate, incapaci all’apparenza di trovare una soluzione per uscire da una situazione tragica e senza vie di uscita. Amanda cerca e non trova la dedizione totale di cui solo la mamma era capace; David è inadeguato a sostenere un ruolo genitoriale, avendo inoltre egli stesso un conto in sospeso con la madre che aveva abbandonato lui e la sorella in tenera età. Ferite che non si rimarginano, si possono solo curare con il tempo.
Mesi che Mikhaël Hers racconta scandendo il ritmo della sofferenza che si allenta grazie a un sorriso, una cena in allegria, una passeggiata, una notte racchiusa in un abbraccio tra zio e nipote.
E la tenerezza finisce allora per essere il segno di un’opera che parla sì di morte ma guarda costantemente alla vita. Un film che è un inno alla sopravvivenza e all’amore, ma che non dimentica di raccontare gli anni bui che stiamo vivendo.
Ennesimo tassello di un cinema in costante fermento, Amanda (titolo originale) è anche un ritratto della Francia. Una fotografia intima, fragile, pronta ad essere strappata. Non per questo rassegnata, bensì protesa con lo sguardo verso il futuro. Un paese nascosto dietro il volto espressivo della piccola e bravissima Isaure Multier che non sfigura affatto accanto a Vincent Lacoste, attore tra i più dotati della generazione dei trentenni.
NOTE
- REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI CANAL +, CINÉ +, ARTE FRANCE AND CENTRE NATIONAL, DU CINÉMA ET DE L'IMAGE ANIMÉE; IN ASSOCIAZIONE CON LA BANQUE POSTALE IMAGE 11, MANON 8, INDÉFILMS6, PYRAMIDE, MK2 FILMS; CON IL SUPPORTO DI LA RÉGION NOUVELLE-AQUITAINE, IN PARTNERSHIP CON CNC, CONSEIL DÉPARTEMENTAL DE LA DORDOGNE.
- IN CONCORSO ALLA 75. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2018), SEZIONE 'ORIZZONTI'.
CRITICA
"Pochi film finora hanno raccontato gli attentati terroristici di cui l'Occidente è stato vittima dall'11 settembre del 2001. E quelli che l'hanno fatto si sono concentrati sulla cronaca dell'evento, sugli attentatori e sulle vittime. Il regista Mikhaël Hers ha scelto invece di narrare le conseguenze su chi resta e in particolare sui giovani, senza rievocare un attentato realmente accaduto, in modo da dare un tono più universale alla sua storia. (...) Il dolore per una perdita inspiegabile, la paura del futuro, la voglia di vivere più forte di tutto sono raccontati con una delicatezza ammirevole." (Eugenio Arcidiacono, 'Famiglia Cristiana', 30 maggio 2019)
"(...) Un film delicato, malinconico, che cerca di interpretare il senso di vuoto lasciato da chi muore giovane. Una regia sensibile che si appoggia a un cast in stato di grazia." (A.S., ' Il Giornale', 30 maggio 2019)
"(...) Idea rischiosa ma remunerativa. Ci ricorda le conseguenze di quel dolore trasformandolo in delicato dramma con ottimo Lacoste, qui vicino al Casey Affleck di 'Manchester By the Sea' (ruolo simile) nonché impressionante sosia di un giovane Francesco Nuti." (Francesco Alò, 'l Messaggero', 30 maggio 2019)
"(...) un nuovo equilibrio di vita; ma la vena di Mikhael Hers, che ha dimostrato altre volte di aver cara la tematica di un delicato cambiamento interiore, resta esangue; e il film è come un abbozzo in colori pastello del dramma intimista che avrebbe potuto essere." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 30 maggio 2019)