Quel fantasma di mio marito

ITALIA 1950
Gianni Alberti, laureato in agraria, fa il giornalista contro voglia e con poco zelo, tanto che un brutto giorno viene licenziato dal giornale ma la sua giovane e dinamica moglie, Vivia, tanto s'adopera e tanto fa che riesce a farlo riassumere. Anzi il direttore, per levarselo dai piedi, lo manda come inviato speciale in Palestina. Vivia, che da parte sua sta lanciando una casa di mode, ne è felice e consiglia al marito di fare in modo che lo si creda perito in qualche impresa rischiosa, per poi ricomparire, dopo un certo tempo, con l'aureola dell'eroe redivivo. Quando giunge la notizia che Gianni è morto, Vivia finge di esserne disperata, mentre in cuor suo esulta. Ma all'improvviso il marito le riappare e lei stenta a comprendere che si tratta del suo spirito, staccatosi dal corpo per un incidente capitatogli, mentre cercava d'inscenare la sua finta morte. E quando Gianni, restituito alla vita da energiche cure, ritorna veramente in vita Vivia stenta a crederlo vivo. Ma ormai la giovane donna è guarita dalle sue ambizioni, ha dimenticato i suoi sogni e sarà lieta d'andar a vivere in campagna col marito e la bimba nata dal loro amore.
SCHEDA FILM

Regia: Camillo Mastrocinque

Attori: Walter Chiari - Gianni Alberti, Medy Saint Michel - Vivia, Ernesto Almirante - Zio Villa, Cesare Bettarini - Direttore del giornale, Enzo Biliotti - Il senatore, Franco Coop - Kalif El Kabir, Leo Garavaglia - Il colonnello, Jole Fierro - Maria, Gianna Dauro - Madame Du Parc, Enrico Luzi - Slim, Carlo Rizzo - L'albergatore, Katia Suffi - Ginetta, Agnese Dubbini - Fatima, Enrico Francois, Walter Ariani, Leonello Zanchi, Marco Tulli

Soggetto: Gino De Santis

Sceneggiatura: Antonio Pietrangeli, Gino De Santis, Camillo Mastrocinque

Fotografia: Giuseppe La Torre, Bitto Albertini

Musiche: Franco Casavola

Scenografia: Angelo Zagame

Durata: 95

Colore: B/N

Genere: FANTASY

Produzione: FERDINANDO BRIGUGLIO PER BRIGUGLIO FILM

Distribuzione: BRIGUGLIO FILM (1951)

CRITICA
"Uno spettacolo brillante, tenue e soprattutto onesto (...). Si scorge (...) dietro il velato humor, un roseo romanticismo fatto di toni lievi, di tinte sfomate, gioiosamente nostalgico (...). Un Walter Chiari (...) in perfetta forma". (U. Bosello, "Hollywood", n. 325 del 1951).

"La vicenda parte da uno spunto felice ma la realizzazione non è sempre adeguata all'argomento." ('Segnalazioni cinematografiche', vol 27, 1950)