QUANDO LE DONNE AVEVANO LA CODA

ITALIA 1970
Alcuni uomini delle caverne, cresciuti in una zona semidesertica - alla quale approdarono da bambini - scoprono un giorno che in una delle loro trappole è caduto un nuovo, mai visto, animale: è una donna, ma essi lo ignorano. Abituati, come sono, a nutrirsi di ogni genere di esseri viventi, compresi i loro simili, si preparano a mangiare la strana creatura, affidando il compito di ucciderla al giovane Ulli. Dotata sì di una coda, ma assai più intelligente di loro, la donna, il cui nome è Filli, riesce però a convincere il suo carnefice a risparmiarla e ad intrattenersi con lei. Scoperto l'amore, Ulli nasconde Filli in una grotta, ma non tanto a lungo da poter continuare a frequentarla da solo. La donna, stanca ben presto di giocare all'amore con tutti quegli uomini, si dà alla fuga col suo Ulli. Dopo un vano inseguimento, i trogloditi s'accorgono che Filli non è l'unica donna esistente: catturati da una aggressiva tribù di femmine, vengono da queste costretti a subire le loro intemperanze amorose.
SCHEDA FILM

Regia: Pasquale Festa Campanile

Attori: Senta Berger, Paola Borboni, Lino Toffolo, Francesco Mulè, Renzo Montagnani, Giuliano Gemma, Lando Buzzanca, Aldo Giuffré, Frank Wolff

Soggetto: Marcello Coscia, Pasquale Festa Campanile, Ottavio Jemma, Lina Wertmüller

Sceneggiatura: Ottavio Jemma, Lina Wertmüller, Pasquale Festa Campanile, Marcello Coscia

Fotografia: Franco Di Giacomo

Musiche: Ennio Morricone

Montaggio: Sergio Montanari

Durata: 105

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR

Produzione: CLESI CINEMATOGRAFICA

Distribuzione: EURO INTERNATIONAL FILMS - DOMOVIDEO

CRITICA
"Spiritosa e un po' stucchevole commedia di Pasquale Festa Campanile, tratta da un soggetto (nientemeno) di Umberto Eco, che ironizza con umorismo spesso grossolano sull'eterno conflitto tra l'uomo e la donna. La vistosa e ben poco vestita austriaca Senta Berger ha tali doti fisiche da compensare largamente una recitazione fatta sostanzialmente di grugniti e sospiri": (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 14 agosto 2000)