Processo per direttissima
ITALIA, FRANCIA - 1974

In seguito a un atto terroristico contro un treno, la polizia arresta il giovane operaio Stefano Baldini, militante in un gruppo della sinistra extraparlamentare. Affidato per l'interrogatorio al brigadiere Pendicò e agli agenti Lorusso e Spasiani, Stefano muore, dopo quattro giorni, in circostanze poco chiare. Dubitando della versione ufficiale della polizia, secondo la quale il giovane sarebbe deceduto per aver battuto il capo cadendo da una sedia, la giornalista Cristina Visconti cerca, con l'aiuto della sorella di Stefano, di scoprire la verità. Il suo intento, però, viene frustrato dall'omertà che circonda l'operato di Pendicò e dei suoi colleghi. Vistasti impotente, Cristina tenta un colpo disperato, accusando i tre agenti pur senza averne le prove, di aver causato la morte di Stefano con le loro percosse. Riesce così, come voleva, a provocare un processo per diffamazione, durante il quale un abilissimo avvocato suo amico non solo le evita una condanna, ma ristabilisce la verità dei fatti.
- Regia:
- Attori: - Procuratore Benedikter, - Cristina Visconti, la giornalista, - Stefano Baldini, - L'avvocato Finaldi, - Brigadiere Pendicò, - Laura, sorella di Stefano, - Commissario Antonelli, - Il giudice, , ,
- Soggetto: Lucio De Caro, Lina Agostini, Maurizio Mengoni, Piero Poggio
- Sceneggiatura: Lucio De Caro, Lina Agostini, Maurizio Mengoni, Piero Poggio
- Fotografia: Roberto Gerardi, Roberto Forges Davanzati - (operatore)
- Musiche: Stelvio Cipriani
- Montaggio: Olga Pedrini
- Scenografia: Andrea Crisanti
- Arredamento: Andrea Crisanti
- Costumi: Franco Carretti
- Durata: 95'
- Colore: C
- Genere: DRAMMATICO
- Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR
- Produzione: COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA PRIMA (ROMA), PARIS INTER PRODUCTIONS (PARIGI)
- Distribuzione: 20TH CENTURY FOX
CRITICA
"Nonostante i suoi limiti per quanto concerne la realizzazione, questo film, che allo spunto iniziale si riallaccia all'infame attentato al treno 'Italicus', possiede l'indubbio vantaggio di agganciare l'interesse dello spettatore per la materia che propone: drammi sociali, politici, professionali; sistemi e situazioni le cui riforme sono impellenti per la sopravvivenza dell'organismo statale e per il progresso dell'intera nazione. Per conseguenza, il lavoro costringe ad un'ampia e costruttiva riflessione, tanto più valida in quanto precisa nell'analisi critica ma non partigiana nelle conclusioni." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 77, 1974)