Presenze

The Turn of the Screw

GRAN BRETAGNA 1992
Un uomo benestante assume una ragazza come governante per i suoi due figli. Quando la giovane arriva nella casa, si rende ben presto conto che i bambini non sono ciò che sembrano...
SCHEDA FILM

Regia: Rusty Lemorande

Attori: Patsy Kensit - Jenny, Stéphane Audran - Sig.ra Gross, Julian Sands - Sig. Cooper, Marianne Faithfull - Narratrice, Olivier Debray - Quint, Thomas Kryger - Vicario, Doreen Mantle - Doreen, Mickey Monroe - Segretario, Anna Bolt - Anna, Laura Cox - Laura, Bryony Brind - Miss Jessel, Peter Whitman - Peter

Soggetto: Henry James

Sceneggiatura: Rusty Lemorande

Fotografia: Witold Stok

Musiche: Simon Boswell

Montaggio: David Spiers

Scenografia: Max Gottlieb

Costumi: Amy Roberts

Durata: 98

Colore: C

Genere: GIALLO

Tratto da: romanzo di Henry James

Produzione: LAKEDELL L.

Distribuzione: CHANGE FILM - MINERVA VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO 1993.

- TERZA VERSIONE DE "IL GIRO DI VITE" DI HENRY JAMES, DOPO "SUSPENCE" E "IMPROVVISAMENTE UN UOMO NELLA NOTTE".
CRITICA
"Come è noto, nel lungo racconto scritto nel 1898, dietro l'apparenza di una storia di fantasmi e quindi all'interno di uno dei più collaudati generi del romanzo anglosassone, quello gotico, James orchestra una quantità di temi stupefacente, un'ambiguità narrativa assolutamente esemplare.
'Presenze', ovviamente, scarnifica e semplifica i complessi significanti e le allegoriche suggestioni dello scrittore americano, preferendo un approccio a metà strada tra l'horror e il giallo psicologico e catapultando la vicenda negli anni Sessanta: la voce narrante è, ad esempio, affidata ad una invecchiatissima Marianne Faithfull, musa inquietante del rock e popsinger dalla voce rauca di quegli anni. (?) Il film accentua gli elementi orridi e raccapriccianti ma li circoscrive nei limiti della decenza." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 1 luglio 1993)

"Clayton, con una regia tutta misteri e allusioni, pur accettando gli spettri, che lo stesso James aveva definito un gioco di bravura, era riuscito a tenere tutto fra il non detto e il sospeso, con un finale aperto che accennava solo in modo implicito alla tragedia enunciata invece chiaramente dall'autore letterario (la morte del bambino); l'esordiente inglese Rusty Lemorande, nel film di oggi, per un verso invece segue fedelmente il testo e per un altro, secondo la moda horror contemporanea, lo carica di accenti apertamente visionari privilegiando sul realismo la più colorata fantasia." ('Il Tempo', 2 luglio 1993)

"Non c'è quasi sequenza, in questo film di Rusty Lemorande, in cui non compaiano oggetti, forme o linee circolari: dagli ombrelli ai vasi, dai tappeti alle circonferenze di luce, l'insistenza sul tema del cerchio richiama il motivo del giro (di vite) del racconto di Henry James da cui il film di Lemorande prende via. (?) Siamo lontani dalle atmosfere allarmanti e splendidamente ambigue di quel capolavoro di trascrizione cinematografica del racconto di James che è 'The Innocents' ('Suspence', 1961) di Jack Clayton; ma va riconosciuta a 'Presenze' almeno l'efficacia con cui cerca di rendere i soprassalti e i sussulti della protagonista (una volonterosa ma inadeguata Patsy Kensit). Da notare, nel bel décor zeppo di bambole, pupazzi, carillon e burattini, la presenza centrale della lanterna magica su cui scorrono i titoli: quasi a suggerire che la scrittura di Henry James è già cinema di per sé. Spettrale." ('Sette', 8 luglio 1993)