PHANTASM II

USA 1988
Mike e Liz, pur vivendo lontani e senza conoscersi, hanno visioni analoghe e premonizioni relative ad un potente Spirito del Male, che ha come scopo la persecuzione degli umani. Mike, che già ha avuto a che fare con il demone, decide d'intesa con il più anziano amico Reggie di dargli la caccia nel cimitero di Perigord dove gli avelli vengono regolarmente vuotati, da Tall Man lo spirito del Male che, recuperate le salme, le brucia e poi fa risuscitare i morti, per trasformarli in una legione di schiavi, ridotti di dimensioni, ripugnanti e sempre inviperiti contro i vivi. Intenzionato a salvare Liz dopo che il Malvagio le ha ucciso i nonni e lei stessa sta per essere cremata viva, Mike e Reggie si scontrano con i mostriciattoli; con gli accoliti addetti alle operazioni funerarie e con le terribili biglie lucenti che, lanciate dallo Spirito del Male, attraversano l'aria, per ferire atrocemente e uccidere. Nella lotta cruenta Reggie morirà mentre i due giovani - finalmente conosciutisi in mezzo a tanta traversie e già innamorati - vedranno il ghigno orrendo del demone, che nulla e nessuno è evidentemente riuscito a distruggere.
SCHEDA FILM

Regia: Don Coscarelli

Attori: James LeGros - Mike, Reggie Bannister - Reggie, Paula Irvine - Liz, Angus Scrimm - Tall Man, Samantha Phillips - Alchemy, Kenneth Tigar - Padre Meyers, Mark A. Major, Ruth C. Engel

Soggetto: Don Coscarelli

Sceneggiatura: Don Coscarelli

Fotografia: Daryn Okada

Musiche: Christopher L. Stone, Fred Myrow

Montaggio: Peter Teschner

Scenografia: Philip Duffin

Durata: 93

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: NORMALE

Produzione: ROBERTO A. QUEZADA

Distribuzione: TITANUS DISTRIBUZIONE - VIDEOGRAM, NUMBER ONE VIDEO

CRITICA
"Sono trascorsi dieci anni dal primo episodio; Don Coscarelli torna dietro la macchina da presa per raccontarci, in 'Phantasm II' (1988), le nuove imprese che accadono nell'obitorio di Pericord. Due giovanotti, Mike Pearson e l'amico Reggie, affrontano ancora una volta il turpe malvivente che requisisce imprese funebri, sparse sulla costa occidentale degli Stati Uniti, trasformando i defunti in orribili zombies, a lui obbedienti. Coscarelli regge bene un racconto che non deluderà gli estimatori del genere orrorifico. La recitazione (James Le Gros, Reggie Bannister, Angus Scrimm, Paule Irvine, Samantha Philips) è a volte enfatica ma, in genere, si adatta con proprietà di accenti al clima sulfureo del racconto." (Antonella Ely, 'Il Giornale di Sicilia', 23 Ottobre 1988)

"Non ultimo arrivato, ma per la sua ancor giovane età enfant prodige a tutti gli effetti. Don Coscarelli replica se stesso con 'Phantasm II'. Il precedente episodio, girato quasi dieci anni fa (nel 1979) fu tacciato con eccessiva disinvoltura come orrorifica commediaccia degli orrori dagli esiti sgangherati. In realtà il delirio visivo del regista. nativo del Nordafrica e cresciuto al sole della California meridionale, plasma con ottimo talento, grazie ad un budget meno risibile, una materia ectoplasmatica decisamente onirica, filmicamente eclettica ma lucida. Affascinato come Cronenberg dal corpo aggredito e vicino all'animazione dell'inanimato di Raimi. Don Coscarelli funzionalizza ad un cinema dinamico, rapido, senza tregua il classico gore sul soprannaturale. Nella vicenda due psicopatici teen-agers, sospesi tra sogno e realtà, da tempo in contatto telepatico, ossessionati da un Tall-man dell'altro mondo che vorrebbe disseppellire i morti, meditano vendetta e decidono di distruggere quella che in passato è stata nemesi malvagia della loro infanzia. 'Phantasm II' attinge a piene mani nell'immaginario horror." ('Il Messaggero', 28 Agosto 1988)

"Ed ecco, quindi, in un gran calderone, alternarsi diavoli-vampiri che succhiano il sangue con pompe simili a macchine per aerosol, crocifissi che annodano le catenelle al collo di chi le porta, sfere che si attaccano alla gente e funzionano da spremiagrumi, cattivi che sbucano alla finestra a spaventare la ragazzina che vi si affaccia, un gran spreco di fuochi d'artificio e attori in confronto ai quali il nostro Massimo Boldi parrebbe Laurence Olivier. Un horror povero, con duellanti che incrociano fendenti di seghe elettriche, quasi una cappa e spada da falegnami in cui nessuno fa bene la sua parte: né gli attori, né lo sceneggiatore che non inventa una sola battuta originale, né il regista che si perde nei labirinti del montaggio alternato senza venire a capo dei fili del suo racconto, nel film maglia nera della stagione." (Giovanni Bogani, 'La Nazione', 11 Settembre 1988)