PENNE NERE

ITALIA 1952
Nel borgo alpestre di Stella, a ridosso di una grande diga, sul confine carnico, fiorisce, alternando tenerezze e contrasti, l'idillio di Pieri e della giovanissima Gemma. La seconda guerra mondiale priva il paese degli uomini, che vengono richiamati alle armi: viene l'ora del richiamo anche per Pieri e per il di lui fratello Olinto, che deve lasciare la moglie e il figlioletto. Un bombardamento uccide il padre di Gemma: i genitori di Pieri accolgono nella loro casa la fanciulla, rimasta sola al mondo. Pieri ed Olinto sono sorpresi dall'armistizio in Albania: decisi a non arrendersi, a rientrare in Patria, intraprendono con un manipolo d'audaci una lunga marcia attraverso la Iugoslavia. Dopo molti stenti, il gruppo, assottigliato per la morte d'alcuni compagni, tra i quali Olinto, raggiunge infine l'agognata meta. Abbracciati i genitori e Gemma, Pieri si rifugia con i superstiti d'Albania e con nuovi compagni, sul Guia, dove attendono l'ora della riscossa e della liberazione. Quando i tedeschi in fuga decidono di far saltare la diga, che sovrasta il paese, Pieri e i suoi, con un audacissimo attacco, riescono ad impedirlo. Gemma è ferita gravemente da un cosacco: un matrimonio in extremis verrà a suggellare l'amore, che la unisce a Pieri. Contro ogni previsione, Gemma sopravvive miracolosamente: un lieto e pacifico avvenire sorride ormai agli sposi.
SCHEDA FILM

Regia: Oreste Biancoli, G. Driussi

Attori: Cipriano Colle, Hélène Vallier - Natalia, Ljuba Soukhandowa - Giulia, Marcello Mastroianni - Zeff, Enzo Staiola - Tonino, Vera Carmi - Catina, Guido Celano - Moglie Di Olinto, Marina Vlady - Olinto, Ines Taddio, Giuseppe Chiarandini - Don Angelo, Camillo Pilotto - Gemma

Soggetto: Giuseppe Driussi, Oreste Biancoli

Sceneggiatura: Giuseppe Berto, Oreste Biancoli, Alberto Albani Barbieri, Paola Ojetti

Fotografia: Fernando Risi

Musiche: Francesco Mander

Scenografia: Ottavio Scotti

Durata: 95

Genere: GUERRA

Produzione: MANDER FILM - SIRIO FILM

Distribuzione: MANDER FILM

CRITICA
"(...) diretto con commosso slancio da Oreste Biancoli (...) riposa su motivi paesani e su capitoli patriottici, non trascurando dall'altra parte il settore sentimentale (...)". (Vice, "Il Lavoro Nuovo", del 8/5/1953).