Partitura incompiuta per pianola meccanica

Neokoncennaja p'esa dlja mekhaniceskovo pianino

URSS 1976
Anna Petrovna, vedova di un ufficiale russo e proprietaria di una grande villa, pensa di riunire un gruppo di amici e di vicini e prepara per loro balletti di zingari, la sorpresa di una pianola e fuochi di artificio. Si incontrano così persone tra loro già legate o da parentela o da conoscenza, tutte del ceto borghese, più o meno deluse dalla vita ed eternamente annoiate: tra di esse Platonov Mikhail, Sofia (la nuora di Anna) con il fragile marito Sasha, la timida e giovanissima moglie dello stesso Platonov, un medico sfiduciato ed altri ancora. Tutta la cornice e tutti i conversari appaiono frivoli e forzatamente gai, ma Platonov, che è maestro nel vicino villaggio, ritrova in Sofia la donna, solo pochi anni prima, profondamente amata. Egli si aggrappa ai più toccanti e dolci ricordi, per ravvivare in lei una fiamma che era più che vivida. Ma la sua azione, a cui Sofia non è insensibile, perché anche lei amava l'uomo, finisce con il determinare inquietudini e disordine nell'eterogeneo gruppo degli invitati, venendo con ciò a galla le frustrazioni, i risentimenti e le reazioni di tutti, malgrado la giornata che voleva fornire solo una occasione di spensierata evasione, mentre ora non vi sono che irritazione e lacrime. Platonov tenterà di suicidarsi, lanciandosi disperato nel fiume che lambisce la proprietà, ma il suo corpo non incontra a riva che pochi centimetri di acqua. Dovrà continuare a vivere, nella mediocrità e nella noia, come gli altri, amato però ed accettato dalla trepida sua sposa. Sullo sfondo domina sempre, scettica e sarcastica, Anna, la padrona di casa, che tranquillizza gli ospiti, assicurandoli che "tutto tornerà come prima. E tutto andrà bene". Così le accensioni, i turbamenti e le prese di coscienza si attenueranno di nuovo, fino a spengersi e seppellirsi sotto la eterna, soffocante coltre della delusione e della noia.
SCHEDA FILM

Regia: Nikita Mikhalkov

Attori: Aleksandr Kalyagin - Mikhail Platonov Vassiljevic, Elena Solovej - Sofia Jegorovna, Evgenja Glusenko - Sashenka, Ksenja Minina - Liza, Sergej Nikonenko - Jacov, il servitore, Jurij Bogatyryov - Sergej Pavlovic Vojnicev, Antonina Suranova - Anna Petrovna Vojniceva, Sereza Gur'Ev - Petechka, Oleg Tabakov - Pavel Petrovic Serbuk, Nikolaj Pastukhov - Porfirij Semjonovic Glagoljev, Pavel Kadocnikov - Ivan Ivanovic Trileckij, Nikita Mikhalkov - Nikolai Ivanovic Trileckij, Anatolij Romasin - Gerasim Kuz'mic Petrin, Natalja Nazarova - Vera

Soggetto: Anton Cechov - testo teatrale, Aleksandr Adabashyan - A. Adabashyan, Nikita Mikhalkov - N. Mikhalkov

Sceneggiatura: Aleksandr Adabashyan, Nikita Mikhalkov

Fotografia: Pavel Lebesev

Musiche: Eduard Artemyev

Montaggio: Lyudmila Yelyan

Scenografia: Aleksandr Adabashyan, Aleksandr Samulekin

Costumi: Maya Abar-Baranovskaya

Altri titoli:

Neokonchennaya pyesa dlya mekhanicheskogo pianino

Durata: 106

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SOVSCOPE, 35 MM (1:1.37)

Tratto da: opera teatrale "Platonov" di Anton Cechov

Produzione: MOSFILM, SATRA, SOVEXPORTFILM

Distribuzione: ISTITUTO LUCE, ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1985) - MULTIVISION

NOTE
- SUONO: VALENTIN BOBROVSKIJ.
CRITICA
"Questo di Nikita Mikalkov (fratello di altro regista) è un miracolo, è opera di mirabile equilibrio, di straordinaria fluidità, di finissima penetrazione psicologica. Vi sono registi che si impadroniscono delle loro creature e le vivisezionano. Mikalkov fa alcunché di ben più difficile: egli le lascia vivere, nel corso di un vero 'temporale d'estate', vivere e soffrire, in un inferno chiuso, nelle sconfinate paludi della noia come nelle spirali delle illusioni infrante. Splendido film (è del 1976), accuratissimo, senza una sola smagliatura nella sceneggiatura (cui il regista stesso ha partecipato), di robuste radici letterarie e di saldissimo impianto teatrale. Un film dove l'aria si direbbe che circoli liberamente, investendo ed avvolgendo i personaggi prigionieri delle loro stesse piccole vite, per tentare - almeno tentare - di farne cadere le incrostazioni ataviche e spingerli verso la luminosità e bellezza di orizzonti illimitati. La leggerezza di tocco di N. Mikalkov è eccezionale, eppure non sconfina mai nel virtuosismo, né mai il suo stile impeccabile si ammanta di preziosità calligrafiche o di intellettualismi sofisticati. Ispirato ad un celebre dramma giovanile di Cechov (scritto nel 1880, più tardi ripreso e conosciuto come 'Platonov'), il film è una perfetta sintesi di tutto ciò che di più russo può esservi in personaggi della borghesia dell'epoca. (...) Fotografia superba, dove dal gusto per il dagherrotipo a tutte le risorse e seduzioni del colore gli 'aficionados' avranno modo di che saziarsi. Movimenti di macchina intelligenti e producenti. Eccellente la interpretazione (alcuni volti li abbiamo già visti per esempio in 'Obiomov'), dosatissima, da veri professionisti." ('Segnalazioni Cinematograiche', vol. 99, 1985)