Parlami di te

Un homme pressé

2.5/5
Fabrice Luchini istrionico, ma la svolta buonista è dietro l’angolo

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FRANCIA 2018
Alain è un rispettato uomo d'affari e un brillante oratore, sempre in corsa contro il tempo. Nella vita, non concede alcuno spazio alle distrazioni e alla famiglia. Un giorno, viene colpito da un ictus che interrompe la sua corsa e gli lascia come conseguenza una grave difficoltà nell'espressione verbale e una perdita della memoria. La sua rieducazione è affidata a Jeanne, giovane logopedista. Con grande impegno e pazienza, Jeanne e Alain impareranno a conoscersi e alla fine ciascuno, a modo suo, tenterà di ricostruire se stesso e di concedersi il tempo di vivere.
SCHEDA FILM

Regia: Hervé Mimran

Attori: Fabrice Luchini - Alain Wapler, Leïla Bekhti - Jeanne, Rebecca Marder - Julia, Igor Gotesman - Vincent Houbloup, Clémence Massart - Violette, Yves Jacques - Eric, Micha Lescot - Igor, Frederique Tirmont - Aurore, Evelyne Didi - Annie, madre di Jeanne, Baya Rehaz - Assistente sociale

Sceneggiatura: Hervé Mimran, Hélène Fillières

Fotografia: Jérôme Alméras

Musiche: Balmorhea

Montaggio: Célia Lafitedupont

Scenografia: Nicolas de Boiscuillé

Costumi: Emmanuelle Youchnovski

Effetti: Stephane Dittoo, Alain Carsoux

Suono: Rémi Daru, Gael Nicolas, François-Joseph Hors

Durata: 100

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: SIDONIE DUMAS, MATTHIEU TAROT PER LBERTINE PRODUCTIONS, IN COPRODUZIONE CON GAUMONT, FRANCE 2 CINEMA

Distribuzione: BIM DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2018-02-21

TRAILER
CRITICA
"Il gioco è fin troppo facile: far sorridere lo spettatore con parole buffe e storpiate che cambiano il significato delle frasi. Quasi come affrontare da spericolati una lingua straniera. Il tema del film 'Parlami di te' è però coraggioso: la riabilitazione di un manager di successo dopo che un ictus gli ha colpito l'area del cervello della memoria e del linguaggio. Bella impresa rimparare a parlare. Lui è Fabrice Luchini, attore con cui si va sempre sul sicuro. Il regista Hervé Mimran firma una commedia che conferma ancora una volta come la capacità di affrontare temi ultra delicati sia diventata una prerogativa tutta francese, un'arte affrontata con grazia e soprattutto ironia. Perché sì, quest'ultima può aiutarci anche nelle peggiori tragedie." (Claudia Ferrero, 'La Stampa', 21 febbraio 2019)